C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

Immagine
    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Guerra fredda del terzo millennio



Ricordate il vecchio progetto South Stream? Al quale vi partecipava anche l' ENI, cioè il capitalismo italiano, cioè una parte del capitalismo americano? Bene. Perché la guerra fredda oggi sussistente tra il blocco russo e statunitense, con l'Europa scudo per gli Stati Uniti, ha la sua origine reale proprio da quel fattore.
Un tempo vi erano le ideologie che fungevano da maschera, comunismo sovietico, e democrazia americana, con la Jugoslavia di Tito che fungeva, invece, da muro, flessibile verso l'Occidente, basta pensare agli aiuti, corposi, ricevuti dall'America, dal grano, alle armi, ai finanziamenti, e rigido con la Russia di Stalin prima di Chruščëv dopo. D'altronde se Tito è stato nominato per il nobel della pace, se è stato universalmente riconosciuto come uomo di pace, anche da esponenti di primo piano della Chiesa, un motivo vi sarà stato. Ma ora quella Jugoslavia non esiste più. Esiste una frammentata Europa e dunque debole, sotto attacco da diversi fronti, uno su tutti i crescenti e sostenuti nazionalismi, indipendentismi, che hanno un solo scopo, indebolire l'Europa, rafforzare il blocco del potere capitalistico Russo a discapito di quello Americano. Due blocchi, due capitalismi che si contendono il dominio dell'Occidente, con le forze economiche emergenti, una su tutte la Cina, che certamente non rimarranno a guardare. La prima battaglia è stata vinta dal blocco occidentale, è saltato, con la destabilizzazione dell'Ucraina, dopo l'indipendenza della Crimea e contestuale adesione alla Federazione Russa del marzo 2014, il faraonico originario progetto del S. Stream. Addirittura in quel periodo erano pervenute sul sito della Casa Bianca petizioni che volevano l'Alaska annessa alla Federazione Russa. Provocazioni. Ma questo gioco, caldo, caldissimo, continua, qui è in ballo l'egemonia sulle risorse economiche, petrolio contro gas, questo è il punto nodale della questione, per ora. Non vi è più l'ideologia opposta, ma una sola ideologia, quella del capitalismo, che giostra al suo interno, dopo aver causato una tremenda crisi che ancora oggi continua, ora guerreggia sul fronte orientale, con le armi, anche per dare un senso esistenziale agli eserciti,e nel mentre le spese militari aumentano. L'ultima notizia, come pubblicata sul NY Times il 14 giugno 2015 è che il Pentagono è pronto a mobilitare 5000 soldati americani nei paesi baltici e dell'Europa Orientale, si parla di Lituania, Lettonia ed Estonia, Polonia, Romania, Bulgaria e forse l'Ungheria.  
Ovviamente si tratta di mossa "simbolica" ma certamente, se mai verrà attuata, a dir poco delicata. Mi domando, ma , in questo contesto, ritornerà anche una pseudoGladio? Chissà. 
Una cosa è certa sia il blocco russo che quello americano sono nel torto, non si può essere schierati né con il capitalismo americano né con quello russo, né con i nazionalismi fomentati ad hoc, con tutte le loro varianti, né, ovviamente, con i gruppi neofascisti, neonazisti, che ritornano con forza nella nostra Europa. L'Europa deve avere la forza di essere indipendente, deve avere la forza di saper dialogare con entrambi blocchi, ma tirandosi fuori da qualsiasi schermaglia. Se non riuscirà ad essere indipendente ed autonoma, cosa che ad oggi non è, il sogno europeo diventerà il peggior incubo di questo nuovo secolo. 



Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot