C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Ancora sul 23 maggio di Gorizia transennati i contenuti della manifestazione

Il Piccolo di Gorizia, on line, riporta questa notizia: "A seguito di accertamenti, la Polizia ha identificato e denunciato in stato di libertà uno dei manifestanti dell'osservatorio antifascista resosi responsabile del lancio di una transenna metallica contro le forze dell'ordine, che precedentemente aveva divelto dalla barriera posizionata lungo via Duca d'Aosta nel corso della manifestazione svoltasi sabato 23 maggio in contemporanea a quella di CasaPound e alla presenza di Roberto Saviano a èStoria". Premetto che quello che ora scrivo, così buona parte delle cose che scrivo, è a titolo personale, ma zitto non posso stare.  
Di  questo gesto, apprendo il tutto solo ora. Eppure ero lì insieme a tante e tanti e mi domando come sia possibile che una cosa del genere sia sfuggita ai più. Dopo il 23 maggio sono emerse onde oceaniche di polemiche, su questioni prevalentemente politiche, dimissioni o non dimissioni dell'Assessore Romano? E poi ecco il caso concerto Casapound a Monfalcone, e poi chissà quante cose ancora.  Di tutto si è parlato, tranne che della cosa più importante, forse quella più scottante per parte della Gorizia nazionalista. 
I contenuti della manifestazione del 23 maggio come indetta dall'osservatorio regionale antifascista. Questa è stata ricca di contenuti contro la guerra, contro il fascismo, sono state lette tantissime testimonianze, che riguardavano professori universitari che hanno perso il lavoro perché si sono rifiutati di iscriversi al partito fascista, alle vicende che hanno riguardato i disertori della grande macelleria umana, alle violenze subite da sloveni a Gorizia, ai 650 mila morti italiani e 650 mila morti per mano italiana, (soldati austriaci uccisi sul fronte "italiano"), al milione ed oltre di feriti, al ruolo delle donne, alle vicende che hanno dovuto affrontare i deportati politici e non solo ecc. Per non parlare della presenza di tanti italiani, sloveni, goriziani/e uniti/e tutti/e dall'antifascismo ed antimilitarismo. Gorizia ha mostrato un volto fiero, sorridente e determinato contro la celebrazione della prima guerra mondiale e contro il fascismo di ieri e di oggi, contro ogni nazionalismo, irredentismo, e per la solidarietà, pace tra popoli in una città che pur non avendo più confini materiali è viva di confini immateriali, anche oggi. Vedi, per esempio, la questione profughi.  Nell'attesa di comprendere e capire cosa è realmente accaduto, trattasi di gesto isolato. L'Osservatorio aveva detto e scritto e comunicato che la manifestazione sarebbe stata pacifica? E pacifica è stata, così come anche partecipata e comunicativa. Non sarà dunque un gesto isolato di cui si apprende solo ora l'accadimento,ed andrà compreso cosa è realmente accaduto, a demolire il lavoro che è stato, con fatica, posto in essere, e che porteremo avanti soprattutto a Gorizia oltre che nella nostra difficile regione. La manifestazione è stata sì indetta dall'Osservatorio ma è il caso di ricordare che hanno aderito una moltitudine di realtà ed individualità. Diverse bandiere di diversi partiti, vi erano anche sindacati, sia di base che non, vi erano delegazioni di varie realtà associative e non, italiane e non e tanti e tante cittadini e cittadine di Gorizia, in prima fila. Certamente sono stati transennati i contenuti di una manifestazione importante per una città come Gorizia. E' di questo che si deve parlare, è su questo che si deve riflettere, sul fatto che Gorizia non è una città fascista, nazionalista e chiusa, come molti la vorrebbero, è una città che cerca di andare oltre sentimenti ottocenteschi che solo male hanno fatto alla sua gente ed a quella che è stata con violenza scacciata perché non italiana. Questo volto di Gorizia, lo vogliamo mostrare? O dobbiamo nasconderlo? O dobbiamo eluderlo dedicando solamente attenzione a questioni politiche, singoli atti o gesti, che non smuoveranno di una virgola lo stato delle cose? Stato delle cose superato dalla storia, superato da generazioni di oggi che non vogliono, con consapevolezza, più sentir parlare di madre patria, nazionalismi, confini, guerre e fascismi? 

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