Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Attenzione ad alcuni centenari: se gestiti in cattivo modo saranno mine storiche esplosive

Ho letto sul Piccolo del 9 marzo 2015 che per il mese di novembre 2018 si vuole organizzare in Trieste il raduno delle sezioni bersaglieri di tutto il centro nord con un evento nazionale in occasione “del ritorno di Trieste all'Italia". 
Ora, non mi stupisce e non sorprende tanto l'iniziativa che verrà realizzata. E' politicamente, vista la storia di Trieste, comprensibile, forse più comprensibile rispetto a quella che qualcuno vorrebbe organizzare a Ronchi nel settembre del 2019 per ricordare, tramite un pellegrinaggio, l'occupazione di Fiume, come poi verrà, per un breve periodo, annessa all'Italia per mano del fascismo. 
Quest'ultima iniziativa, se mai troverà luogo, sarà di una gravità inaudita, anche perché si vuole ricordare, celebrare, l'occupazione di una città appartenente ad uno Stato estero, quale la Croazia. Certo, ancora oggi si effettuano iniziative in tal 12 settembre presso il monumento di Monfalcone, che i cittadini di Ronchi non hanno voluto sul proprio territorio, volte a celebrare quell'evento antesignano del fascismo, e prima marcia militarista dopo la grande guerra, eversiva e dai forti connotati di stampo razzista nei confronti dei croati, ma qualcosa in questi ultimi tempi si è risvegliato, specialmente grazie all'iniziativa come sollevata dal gruppo di Ronchi dei Partigiani, che si batte per l'eliminazione del suffisso dei legionari di Ronchi ed il mantenimento del solo Ronchi con l'aggiunta città dei partigiani, ed a tal proposito segnalo che a breve verrà pubblicato un libro che racchiuderà tutti gli interventi che sono stati prodotti in materia. 
Però, ritornando sulla questione ritorno di Trieste all'Italia, nel 1918 non vi è stato alcun tipo di ritorno da parte dell'Italia su Trieste o di Trieste all'Italia, ma vi è stata la prima occupazione da parte dell'Italia dopo la caduta del secolare Impero Austro Ungarico. Avrà mai fine questa retorica che poi falsifica anche la storia? 
Come scritto, in questi anni, ci saranno diversi centenari, ed in Friuli Venezia Giulia e nel Confine Orientale l'attenzione dovrà essere massima, specialmente in un contesto storico difficile che mina quell'equilibrio politico e di pace che sussiste oggi in Europa per il disgraziato ritorno di oltraggiosi sentimenti nazionalistici. 
Andranno contestate e contrastate tutte le iniziative che avranno carattere nazionalistico e che con tale intento interesseranno centenari come il 1918, l'occupazione eversiva e militarista illegittima ed illegale di Fiume, poi la nascita del fascismo ecc, con particolare attenzione a quello che accadrà nelle terre ancora oggi contese ( Istria, Dalmazia, Fiume), dove ogni provocazione andrà semplicemente fermata sul nascere.
Perché ogni provocazione, che con la veste del centenario, sarà finalizzata a ricordare la inesistente secolare italianità di quelle terre, terre tra le altre cose occupate dall'Italia per un periodo inferiore all'età della morte di Cristo, con tutte le soppressioni, soprusi, violenze e barbarie esercitate nei confronti di sloveni e croati in primis, rischierà di riaccendere focolai che qualcuno probabilmente coltiva da diversi decenni per il sospirato "ritorno" in quelle terre. 
Insomma, attenzione ai centenari, perché rischiano, se governati in cattivo modo, di diventare, in tale turbolento periodo storico, strumento di propaganda e di intolleranza, tramite la mistificazione storica rischiando altresì di compromettere, seriamente, quelle basi che hanno portato all'Europa di oggi, Europa che certamente ha mille problematicità dal punto di vista economico prima di ogni cosa, ma non per questo deve essere demolita, bensì radicalmente riformata e difesa attraverso quei principi tipici e propri di un socialismo internazionale che possono saldare integrazione, condivisione, multiculturalismo, libertà, solidarietà e democrazia in un solo corpo, che pur salvaguardando le specificità locali, deve con sapienza ripudiare ogni ottocentesco sentimento nazionalistico.

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