Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Ronchi è già di fatto Città dei Partigiani

Tra uno sguardo alle vicine e mai lontane Alpi Carniche e Giulie, tra l'abbraccio dell'Adriatico ed il vento dell'est attraversando il variegato rosso carsico, a Ronchi nulla potrà mutare e cambiare lo stato reale e non surreale delle cose.  Possono scrivere quanti opuscoli vogliono, realizzare o promuovere convegni, sostenere gruppi facebook, chiamare le armi virtuali a difesa di D'Annunzio, fare apparire il poeta amante della guerra, irredentista prima e fascista poi, come un rivoluzionario, ma le sue gesta, il suo operato, la marcia eversiva e militarista di occupazione di una città straniera quale Fiume, il suo odio verso i croati, non potrà mai essere dimenticato a Ronchi. Ronchi che ha conosciuto la sua ricchezza, sia essa culturale che economica che sociale che politica nell'Impero, è stata travolta da una guerra imperialista e nazionalista, diventata poi la grande macelleria umana, la grande guerra, per colpa da un lato sicuramente della reazione scellerata dell'Impero all'attentato di Sarajevo e dall'altra per essere stata colpita alle spalle da quel Regno che ha voluto frantumare lo stato di neutralità per cercare di compiere l'opera biblica dell'Unità nazionale, occupando terre straniere e non italiane, mandando direttamente alla brutale morte e sofferenza migliaia e migliaia di giovani per un piccolo fazzoletto di terra costato fiume di sangue. Generali, spesso criminali, onorati, e migliaia di migliaia di uomini trasformati in soldati, dissolti nell'anonimato di un presente assente. E finita la macelleria umana, gli amanti della guerra, che senza guerra non avevano ragione di vivere e di vita, decidono un giorno di settembre di compiere un delitto verso ogni buon senso ed i nascenti equilibri internazionali. Milioni di morti nulla avevano insegnato. Occupare una città straniera, quale Fiume, partendo da Ronchi senza coinvolgere, e non poteva essere altrimenti, nessun cittadino di Ronchi. 
Perché i cittadini di Ronchi hanno conosciuto e toccato il più alto spirito di fratellanza e libertà ed uguaglianza proprio sotto l'Impero e dell'Italia avevano conosciuto l'invasione,l'occupazione, la distruzione, la guerra. 
Perché Fiume faceva parte dell'Impero come Ronchi, Impero caduto per mille ragioni ed altrettanti illusioni, e quattro o cinque anni di guerra non possono sradicare le radici quasi secolari dell'identità di questi luoghi.
Da quell'evento piomberà il fascismo il suo terrore, la sua violenza, il suo essere regime brutale. Ma la comunità di Ronchi respingerà gli assalti, respingerà ogni sostanza di fascismo. Ma il fascismo non curante di ciò imponeva la forma, cittadinanza onoraria al dittatore, nel 2014 revocata, cambio della denominazione in dei legionari, per saldare Ronchi al Fascismo con Fiume annessa all'Italia dal e nel fascismo, omaggiando il poeta amante della guerra ed uno dei primi firmatari del manifesto degli intellettuali fascisti..
Poi dopo anni di piccole azioni di resistenza, tute blu, sloveni ed italiani, contadini e cittadini, donne e uomini, si uniranno sul primo ciglione carsico, in quella Selz di Ronchi per la prima forma e sostanza di lotta di resistenza armata al nazifascismo. E quanta emozione corre in quel cippo lì collocato. E via d'Annunzio ancora oggi è ricordata come la via Trieste, la targa che ricorda l'arresto di Oberdan è semplicemente ignorata, piazze e cippi e vie e monumenti e medaglie ricordano dati di fatto incontestabili, come l'importante numero di iscritti all'ANPI di Ronchi, come i tanti e le tante caduti e cadute nella resistenza per la resistenza contro il regime. Ronchi è di fatto città dei Partigiani, mentre dei legionari, denominazione destinata a cadere anche nella forma, è già caduta da decenni nella sostanza e nella mente e nel cuore e nell'animo, perché i cittadini di Ronchi non hanno nulla da condividere e nulla hanno condiviso con D'Annunzio e la marcia di occupazione di Fiume, fatto storicamente antesignano del fascismo.
Ronchi è dei ronchesi e città dei Partigiani e nel centenario della grande guerra sarebbe un gesto considerevole poter rimuovere quella forma che non risponde e mai ha risposto alla vera identità dei cittadini dei Ronchi, ovvero cancellare dei legionari. Questi sono sentimenti che maturi e ben percepisci camminando per le vie di Ronchi e confrontandoti con i suoi cittadini, sicuramente ciò non è il trionfo dell'ignoranza, come qualcuno ha voluto in cattiva fede fare credere, ma la vera e reale e viva memoria storica di questa città. Come poter continuare ad imporre ad una città una denominazione che non rispecchia l'identità della sua comunità? Nessuno ha preteso di chiamare Ronchi, Ronchi dei Partigiani, il gruppo omonimo è nato come proposta culturale e storica, ma in verità è stato proposto ed in modo condiviso, ed è il caso di ribadirlo visto le continue inesattezze che emergono in tal senso, di abrogare il suffisso dei legionari e di  mantenere il solo Ronchi con l'aggiunta città dei Partigiani, come già accaduto similmente ma ovviamente per altre questioni e situazioni  per altre realtà, penso alla vicina Monfalcone o Trieste, città dei cantieri o della barcolana.



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