La Croazia e quei capricci nazionalistici fuori da ogni tempo sul bilinguismo

La Croazia è una nazione splendida, ricca di contraddizioni, fortemente cattolica, orgogliosa dei propri colori, della propria bandiera, che primeggia dal turismo, allo sport, pur essendo un Paese grande quanto una regione italiana, eppure, ci sono delle cose che continuano a far storcere il naso. Come il bilinguismo. Se in città come Fiume, Rijeka, che è impossibile veder chiamate Fiume con un cartello bilingue, come accade d'altronde similmente a Trieste, dove Trst, lo si può leggere solo fuori dalla città, dei tentativi azzardati vi sono, come alcune targhe poste per ricordare i nomi storici delle vie, bisogna constatare però che è molto complicato riuscire a trovare dei cartelli, delle indicazioni, in italiano. Eppure la minoranza italiana esiste, ha delle proprie comunità, che faticano ad ottenere delle concessioni, dei diritti. Balza all'occhio ad esempio una segnalazione che giunge dalla splendida Lussino. E non è l'unico caso che accade in Croazia. Dove un cartel...
Ma come fai a scrivere simili cumnuli di stupidaggini? Pola era in amministrazione alleata....come tutta l'Italia...e non era stata ancora presa alcuna decisione circa i nuovi confini. Dunque Pola era Italia, i morti erano italiani e gli attentatori si sa benissimo chi furono. Solo tu fai il finto tonto....
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