Dopo la denuncia relativa alle locandine, come diffuse in rete, che annunciavano un concerto nazista
a Trieste, e le relative prese di posizioni istituzionali, consistenti per lo più
in dichiarazioni volte a smentire il rilascio di qualsiasi
autorizzazione, ora è il turno di San Dorligo della Valle( sulla cui
vicenda del nome, cosa che non deve essere rimossa, rinvio a questo
mio precedente intervento: San Dorligo della Valle o Dolina? ).Ora, possono, questi cambiamenti, essere intesi anche come delle provocazioni che andrebbero vagliate da chi di competenza. Ma non si deve neanche escludere che la reazione tempestiva e positivamente virale, in primis dell'antinazifascismo, come maturata in città, alla sola idea di un concerto nazista a Trieste, abbia fatto saltare i piani di chi aveva programmato un simile evento. D'altronde, la prima locandina è
stata diffusa, nei siti neri di loro riferimento, in modo chiaro ed
inequivocabile con indicazione di data, orario e luogo. Quali luoghi possibili per un simile concerto, sempre se avrà mai luogo? Nessuno vuole rincorrere questi soggetti e stare al loro sterile gioco, ciò sia ben chiaro, e con questo post chiudo la citata vicenda, salvo eclatanti sviluppi. A Trieste, l'ultimo concerto di "parte", si è svolto, a quanto pare, presso il teatro della Chiesa di
Santa Maria Maggiore, gestito dalla locale chiesa, la cui sala conta
circa 280 posti
. Il circolo identità e tradizione di
Trieste ha condiviso sulla propria pagina facebook l'informativa del gruppo
nazionalista Trieste Pro Patria :”sabato
8 febbraio 2014, nell'ambito delle celebrazioni del Giorno del
Ricordo, presenteremo il primo concerto triestino degli IANVA, gruppo
indipendente che più volte ha messo in musica momenti di storia
delle nostre terre”. Un
gruppo che esalta il guerrafondaio d'Annunzio e sul cui palco, come
visibile nelle foto da loro pubblicamente diffuse, era presente anche
lo stendardo degli arditi d'Italia .
Ognuno, ovviamente, tragga le sue conclusioni. Ora,
se da un lato vi è stata una buona risposta da parte
dell'antinazifascismo triestino, che si è subito mobilitato per
bloccare quel possibile concerto, è altrettanto auspicabile una presa di
posizione da tutti i Comuni che verranno interessati da questa
propaganda nera virtuale. Devono, in modo inequivocabile, non solo dire
che le autorizzazioni non devono essere concesse o che non verranno
concesse per ragioni tecniche, ma anche, senza se e ma, che queste
iniziative non devono trovare nessuno spazio in nessun luogo e forma
nei propri territori. Certamente
non esiste un pericolo emergenziale nazifascista, anche se
i media tendono, in questo periodo elettorale ad esasperar la cosa
per ragioni strumentali a logiche chiaramente elettorali. Ovviamente non devono essere sottovalutati simili fenomeni, ed una cosa è certa, se per cercare visibilità, devono ricorrere a simili strumenti e provocazioni, significa che sono realmente ridotti ai minimi termini. Chiaramente
non si può rimanere indifferenti, ma questa situazione può essere, anzi deve essere colta e divenire come il momento giusto affinché, come sopra scritto, le
realtà anche istituzionali interessate, prendano una posizione
politica ed antinazifascista netta anche per il futuro. La democrazia non è pensata per i nazifascisti e la nostra
costituzione nasce, in parte per come formulata, dalla resistenza. L'antinazifascismo
è vigile e deve rivendicare le proprie attività di monitoraggio e
denuncia e contrasto. Alcuni media tendono a “censurare” ciò, relegando la
risoluzione del problema ad interventi istituzionali, spesso
semplicemente di carattere burocratico. Questo
è un grave errore che rischia di delegittimare l'operato dell'antinazisfascismo e ciò non lo dobbiamo consentire.
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