Le
parole del Ministro dell'Istruzione sono inequivocabili :
"Stiamo trovando le risorse per ripristinare questo capitolo -
in relazione alla
mancata
retribuzione delle ferie agli insegnanti precari -
ogni
giorno, con le casse vuote che abbiamo trovato, mi trovo a fare
fronte a esigenze che non trovano disponibilità. Non ci sono i soldi
per fare tutto quello che dovremmo fare"
Intanto
arrivano continue segnalazioni allucinanti, come quella di una
supplente di Gorizia che scrive “ Io
ho telefonato oggi e mi hanno riferito che la scuola non ha fondi a
sufficienza per retribuire tutti i supplenti....ma c'è di più: dal
momento che sono originaria di Catania e per svolgere servizio a
Gorizia devo sostenere delle spese non indifferenti, mi hanno
suggerito di rifiutare gli incarichi di supplenza”.
La
risposta che arriva da buona parte del mondo dei precari, e nella
scuola sono 140 mila, è diffida, lettera dell'avvocato, ricorso.
No,
non è più tempo dei ricorsi, i cui tempi sono anche lunghissimi.
Questo
è il tempo della lotta, di rivendicare la propria dignità senza
condizione alcuna.
E'
il tempo di pretendere il giusto riconoscimento della propria
professionalità e di essere pagati per il lavoro effettuato.
Non
si lavora gratis, non si lavora con la speranza di essere un giorno
qualunque retribuiti per il lavoro prestato.
Esiste
un contratto collettivo di lavoro, esistono diritti, esistono pretese
che devono essere fatte valere.
Non
può essere la burocrazia più la risposta giusta ed adeguata.
Il
ricorsificio ha ucciso la coscienza di lotta di migliaia di
lavoratori, questo è un dato di fatto.
Provo
senso di incredibile incomprensione quando a scuola ti dicono che non
sanno quando e se arriveranno i soldi per retribuire la tua supplenza
già effettuata e sentire dire, da parte dei lavoratori interessati,
allora faccio una diffida?
Il
problema non è individuale, è sociale è da allarme rosso.
I
soldi, ad oggi, per le nefandezze in Italia ci sono, i soldi per
comprare armamenti ci sono, i soldi per la politica ci sono, le
risorse non mancano, ma sono gestite male, volutamente male.
Hanno
svuotato le casse dell'Istruzione, per favorire da un lato
l'intervento dei privati, dell'economia privata e dall'altro per
colpire la cultura, il diritto all'istruzione.
Gli
scatti di anzianità si pagheranno con risorse già destinate alla
scuola,mica con risorse nuove, e nello stesso tempo ti trovi
contratti bloccati da anni, ferie non pagate, continui incrementi per
via legislativa e non contrattuale di carichi lavoro e nuovi
obblighi.
Tutto
ha un prezzo, ma qui siamo oltre la decenza.
Ma
devono essere i lavoratori precari a reagire, perché se
continueranno a subire o delegare tutto allo strumento del
ricorsificio, la prossima volta non solo non ti pagheranno le
supplenze, ma ti licenzieranno.
E
qualcuno, in queste condizioni, con la speranza dei mille e più
ricorsi fatti e tentati, crede ancora che sia possibile la
stabilizzazione di oltre 100 mila precari o del pagamento di anni ed
anni di scatti di anzianità negati, con il pareggio del bilancio che
dal 1 gennaio 2014 sarà la regola d'oro del capitalismo e
dell'austerità anche in Italia.
Fino
a quando le cose rimarranno su questo fronte, ferme ed immobili,
nulla muterà, tutto peggiorerà.
Non
è tempo di illusioni, non è tempo di lamentele, è tempo di
reazioni collettive e condivise, da soli non si può, insieme si deve
e si può per la dignità, per la scuola pubblica italiana, per il
tuo lavoro che deve essere retribuito, visto e rilevato che gratis non si lavora, o no?
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