Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

Riccardo Illy e la sinistra liberale



Non rientra nel mio stile parlare e scrivere di singoli politici, imprenditori, ma a volte è necessario farlo per meglio comprendere il funzionamento del sistema e soprattutto quando queste persone hanno rappresentato un qualcosa di importante forse innovativo ma anche illusorio per migliaia di persone.

Nella serata del 18 settembre Riccardo Illy è stato ospite del programma televisivo Virus.
Tra le cose più significative che ha detto sottolineo il non essere uomo di sinistra ma di essersi candidato nell'area del centro sinistra perché rispetto a quella di centro destra era la più liberale.
Schiettezza pura che ben evidenzia e rappresenta cos'è e cosa è stata la sinistra, in questi ultimi decenni, in Italia.
Nel 1993 venne eletto sindaco di Trieste, uno dei più giovani d'Italia, sostenuto dalla coalizione di centro sinistra, nel 1997 è stato riconfermato e nel 2001 è stato eletto deputato tra le file dell'Ulivo. Presidente della Regione FVG nel  2003, alla guida di Intesa Democratica, una coalizione comprendente partiti e movimenti dell'Ulivo.
Certo, dall'opinione pubblica veniva identificato come indipendente di sinistra.
Anche io mio definisco indipendente di sinistra, ma non sono certamente liberale.
Essere indipendenti vuol dire tutto ma può anche significare il nulla.
D'altronde come può esservi al governo di un Paese una sinistra socialista o comunista in un sistema capitalista?
Questo Paese rischierebbe l'embargo e l'isolamento internazionale perché sarebbe incompatibile con il capitalismo.
Vi può essere una sinistra riformista, progressista, ma sempre capitalista.
Le maggiori privatizzazioni e politiche liberali in Italia sono state adottate dalla sinistra.
Oggi giorno destra e sinistra, guardando i principali partiti presenti in Parlamento, corrispondo ad una destra più conservatrice ed una sinistra più riformatrice  tendente a valori progressisti nelle politiche liberali funzionali al capitalismo, niente di più.
Ed è per questo motivo, spesso demagogico, che si dice destra e sinistra sono la stessa cosa o non esistono più, ed è vero, nel senso che la destra istituzionale oggi esistente e la sinistra istituzionale oggi esistente, sono parti funzionali dello sistema.
Riccardo Illy è stato sincero, ha detto ciò che pensava, è stato votato per due mandati dai triestini, e questo vorrà pur dire qualcosa.
O si cambia radicalmente sistema, un sistema anticapitalista e socialista, dove la sinistra possa essere identificata con una sinistra socialista, ed essere dunque sinistra, vicina al popolo, che non guardi solo ed unicamente alla proprietà privata ed al profitto ed alle liberalizzazioni e privatizzazioni, un sistema che miri alla effettiva e giusta distribuzione delle ricchezze, al diritto dei lavoratori, ai diritti sociali, che non rappresenti e tuteli unicamente l'alta borghesia, oppure quanto detto da Illy sarà e non potrà che essere l'ordinaria normalità, che in molti faticano ad accettare anche per motivi di nostalgia, una normalità che vuole oggi i ricchi inesorabilmente sempre più ricchi, il ceto medio azzerato, e diverse categorie e sotto-categorie di povertà.





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