Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Eva il simbolo della siderurgia triestina




Percorrendo le rive triestine, lì fermo ed immobile come quel tempo che mai potrà esser rimosso da ogni ignoranza disumana, giace il simbolo della siderurgia triestina.
Si chiama Eva.
Eva in cerca del suo Adamo, ma corteggiata dall'amo invisibile di quell' Ursus che si pone innanzi al suo essere storia.
Quell'Ursus che dalla via Valdirivo di Cergoly mostra tutta la sua maestosa eleganza.
Quell'Ursus che sfugge alla viltà di questa società.

Eva una grande lingottiera per acciaieria prodotta negli anni della riconversione post-bellica dalla Ferriera di Servola.
E' stata la seconda dei primi due pezzi “colati nella nuova fonderia Lingotterie, impianto che fù per 25 anni tra i più grandi e moderni del mondo, dismesso negli anni '90, superato da nuove tecnologie”.
Questo è quanto si legge in una targa macchiata dal solito e non insolito vandalismo metropolitano.
Come il corpo di Eva.
Rispetto? Lungi da ogni speranza di civiltà.
Ma Eva è simbolo anche della lotta proletaria.
Del sudore e della fatica operaia.
Le maestranze posero a ricordo delle ricorrenti lotte per il proseguimento della tradizione siderurgica cittadina.
Quanta poesia, quanta storia, quanta vita, in una colata di fatica.
Perché il lavoro è fatica.
E tutto questo spesso passa inosservato.
Quanti superano Eva senza soffermarsi a sfiorare con il proprio tatto quella storia che ha reso gigante oltre ogni confine l'eco di Trieste?






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