Il mondo gattopardiano dopo il coronavirus

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C'è stato un tempo sconvolgente che sembrava non finire più. Sembrava che il mondo perduto non sarebbe più potuto tornare. Sembrava tutto. E invece, non è cambiato niente. Dopo settimane di bombardamenti mediatici ai limiti del terrorismo psicologico su come ci si dovesse comportare per evitare di essere contagiati dal cornoavirus e non incorrere nella covid19, sembraba impensabile pensare che il post coronavirus, potesse essere come il prima. Nulla sarà come prima, si diceva. Ci sarà un prima coronavirus, un dopo coronavirus. Si ripeteva.  La stretta di mano sembrava essere destinata all'estinzione, gli abbracci, essere ridotti al minimo, il baciarsi sulla guancia, due, tre volte, all'italiana, a rischio estinzione come i dinosauri, e che dire della distanza di sicurezza sociale di almeno un metro? Si temeva che questo potesse essere il modo tipico delle relazioni "aosciali".  Si pensava che potesse derivarne l'Italia dei balconi di D'Annunzio e Mussol...

Egitto,ma quale Golpe è la vittoria del popolo



Milioni e milioni di persone in piazza, fuochi d'artificio, luci colorate, musica, insomma in Egitto in Piazza Tahrir è festa.

Ma quale Golpe?
Il Presidente uscente grazie all'intervento dei militari ma sostenuti pienamente dal popolo si è celato dietro la maschera della democrazia per difendere la legittimazione del suo governo. Certo, democrazia, il più grande inganno della società. Democrazia, governo del popolo, ma a parole, perché la burocrazia, cuore pulsante della democrazia, ha mutato l'idea originaria della democrazia in oligarchia burocratica.
Non si possono usare gli stessi parametri, i principi i criteri tipici dell'Occidente per definire la democrazia dell'Egitto. Non vi è stato nessun golpe in Egitto, 10 milioni e più di persone in piazza a festeggiare, uniti nella loro volontà e determinazione, con l'aiuto determinante della mano armata dell'esercito, hanno oggi preso il potere per governare l'Egitto. Questa è democrazia reale, perché è il popolo ad aver governato, con la forza della piazza, la nuova presa del potere, piaccia o non piaccia, è andata così. I rapporti tra l'esercito ed il popolo in quella parte del mondo sono completamente diversi da quelli conosciuti in Occidente. E' semplicemente un mondo diverso, e forse quello che è accaduto in Egitto nella giornata del 3 luglio andrebbe chiamato con il suo vero nome, ribellione del popolo egiziano.
Certamente non deve essere sottovalutato il buon occhio di alcune potenze occidentali verso la nuova situazione che si è venuta a determinare e certamente non mancherà la loro influenza nella formazione del prossimo governo, ma milioni e milioni di persone in lotta, determinate, forse come non mai, ebbene possono dirsi manipolate? Hanno voluto questa ribellione, hanno creduto in questa ribellione, ed ora l'Egitto è di quel popolo che ha saputo alzare la testa inseguendo e raggiungendo i propri ideali.


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