La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Istat: le strade di Trieste sono quelle con il più basso tasso di mortalità, ok i servizi pubblici locali



La statistica ed i numeri parlano, anche se il periodo di riferimento è il 2011, ma lo studio è stato pubblicato dall'Istat in questi giorni e chiaramente molte situazioni sono variate in peggio nel corso del tempo.
Per l'Istat in 68 città il tasso di mortalità delle strade urbane supera il valore medio nazionale e in 16 il valore è più che doppio: tra queste ultime si contano oltre la metà dei capoluoghi laziali e piemontesi, un terzo di quelli sardi e Catania. Considerando invece le città di maggiore dimensione demografica, Bari e Trieste registrano tassi di mortalità sulle strade urbane inferiori alla media nazionale.
Questo ovviamente non deve giustificare il comportamento tipico di una moltitudine di automobilisti o motociclisti, che spesso confondono le strade cittadine o la costiera, con manovre azzardate, per una sorta di autodromo.

Trieste è anche una delle città che ha i veicoli meno inquinanti, sia auto che motocicli, e sembrerebbe avere, nonostante la crisi economica e le risorse ridotte che hanno comportato, per esempio, lo stop dello storico Tram di Opicina, uno dei migliori servizi pubblici italiani.
A livello territoriale, sono più spesso soddisfatti i cittadini delle regioni del Nord-est (in particolare quelli delle province autonome di Trento e Bolzano e del Friuli-Venezia Giulia), e della Valle d’Aosta; all’opposto, sono meno frequentemente soddisfatti i residenti nelle regioni del Mezzogiorno.
Nonostante l'offerta di trasporto pubblico urbano sia mediamente in calo tra i comuni di maggiore dimensione demografica o centro di area metropolitana un’elevata offerta caratterizza nel Centro-Nord le città di Firenze (522,2 km per 100 km2), Trieste (416,6), Milano (387,0) e Genova (313,5).
Anche per la dotazione dei mezzi pubblici vede Trieste essere tra le prime città italiane.
Milano primeggia tra i comuni di maggiore dimensione con 21,9 veicoli ogni 10 mila abitanti, seguita da Cagliari (20,6), Torino (15,9), Firenze (13,8) e Trieste (13,6).

Livelli consistenti (superiore ai 4.000 posti-km per abitante) caratterizzano anche Torino, Genova, Trieste, Firenze, Roma e Catania e Cagliari nel Mezzogiorno per la copertura del territorio, ma nel 2011, periodo di riferimento dello studio dell'Istat, che probabilmente su vari fronti non corrisponde più alla situazione attuale, gli autobus dei comuni capoluogo di provincia offrono, mediamente, 3.125 posti-km per abitante (-5,4% sul 2010). I livelli più elevati si osservano a Cagliari (7.259), Trieste (6.021), Venezia (5.993), Bergamo (5.938), Siena (5.904) e Firenze (5.179),

Trieste invece risulta essere una delle città peggiori nell’ambito delle politiche volte a favorire l’intermodalità nella mobilità urbana in merito alla disponibilità di parcheggi situati nei pressi dei nodi di scambio con il trasporto pubblico (parcheggio di corrispondenza o scambio).
Questo studio non ha affrontato la problematica del trasporto ferroviario, dei gironi dell'inferno che vivono ogni giorno i pendolari, un problema che merita una soluzione immediata perchè il diritto alla mobilità deve essere garantito a tutti anche in tempo di "crisi".





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