Compagni e compagne,
coloro che condividono e spezzano insieme lo stesso pane.
Cum-panis.
I funerali di Don Gallo
non verranno dimenticati nella storia e dalla storia specialmente per
quel gesto, il pugno chiuso per salutare Don Andrea Gallo quando la bara uscirà fuori dalla Chiesa con l'Ave Maria amplificato dai megafoni, Ave Maria che poi lascerà spazio a Bella Ciao.
Don che è stato
ricordato più di una volta da parte di Don Ciotti, giusto per non
far dimenticare, sia alla Chiesa istituzionale che alla gente comune,
che Andrea Gallo prima di ogni cosa era ed è stato un prete, Don
appunto, ed il suo padre spirituale quando prenderà la parola alla
fine dei funerali ricorderà che è stato un prete radicale
cattolico, nel senso positivo di questo termine, è stato in
sostanza la saldatura tra il sacerdote ed il cittadino.
Una saldatura che deve
indurre alla riflessione , una saldatura tra l'ave Maria ed il pugno
chiuso.
Il problema non è Don
Gallo.
Il problema è la società
comune, è lo Stato.
Lo Stato e la società
laica civile per inerzia o per ragioni di comodità o di opportunismo
o semplicemente per cecità, ha abbandonato i campi fondamentali
della vita sociale.
I poveri, gli emarginati,
i territori colpiti ed affossati della mafia, vedono la Chiesa essere
presente come braccio sussidiario di quello Stato che non vuol
proprio intervenire. Così come le realtà sociali politiche faticano
ad operare.
Si è realizzata una
sorta di delega in bianco.
Perché?
Le case del Popolo
servivano anche a questo. Ma oggi son diventate altro e la Chiesa
con le sue parrocchie, mense e strutture sociali, continua ad operare
in modo sempre più presente e consistente. La Chiesa è
sopravvissuta a mille peripezie, passeranno le epoche, i secoli, le
guerre i conflitti, ma la Chiesa è sempre lì e ciò vorrà pur
significare qualcosa.
Da un lato mi viene da
dire, per fortuna che di Don Gallo ve ne sono pochi, perché il ruolo
della Chiesa ne esce rinforzato sotto vari aspetti, dall'altro,
ahimè, di Andrea Gallo, come uomo sociale, ve ne sono pochissimi e
questo è il vero dramma.
Un pugno chiuso e l'Ave
Maria.
Costituzione e antifascismo, Chiesa e religione, spiritualità ed umiltà, uniti
dall'operato di una persona, una persona che per la Chiesa prima di
ogni cosa è stato un Don, per la società che lo ha conosciuto
semplicemente un grande ed immenso essere umano, non semplicemente
un Don,ma il compagno e l'uomo Andrea.
Il 25 maggio 2013 ho ben
compreso che in Italia l'idea della rivoluzione come studiata,
pensata e coltivata in anni ed anni di riflessioni ed emozioni mai
potrà aver vita ,d'altronde l'Italia non è mai stato Paese per
rivoluzione e mai lo sarà e questo è il mio Amen alla rivoluzione
in Italia.
Siamo un Popolo non
Popolo governato dalle emozioni, e quando l'emozione domina la fredda
e dura ragione, ogni cosa a dir poco incredibile sarà credibile,
perché realtà vissuta.
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