C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Un confronto con Bifo sulla “crisi” ed il M5S



Franco l'ho conosciuto a Bologna durante la mia lunga permanenza in quella splendida città, avevo in mente di contattarlo per confrontarmi con lui sulla così detta crisi del capitalismo, che a parer mio non è una crisi ma altro, ovvero una guerra tra capitalisti e nel capitalismo che ha lo scopo di annientare i diritti sociali conquistati anche dai lavoratori per realizzare una sorta di appiattimento di tali diritti, una guerra che sarà però micidiale per i lavoratori, per chi il lavoro lo ha perso od ha smesso di cercarlo, una crisi, che crisi non è, che uccide ogni atto critico figlio di quel 68 che tanta paura ha creato al sistema. Una domanda, due domande, poi ho pensato perché non realizzare una sorta di intervista?

Franco, detto Bifo, ha partecipato al movimento del '68 nella facoltà di lettere dell'Università di Bologna, ha aderito a Potere Operaio, gruppo della sinistra extraparlamentare di cui diviene figura di spicco a livello nazionale. Nel 1970 pubblica il suo primo libro, Contro il lavoro (edito da Feltrinelli) e nel 1975 fonda la rivista A/traverso, un foglio che era espressione dell'ala "creativa" del movimento bolognese del 1977. Nel 1976 sarà uno dei protagonisti di Radio Alice e tra le tante movimentate vicende di repressione che lo riguarderanno, si può ricordare quella in seguito alla chiusura della radio da parte della polizia, contro Berardi verrà emesso un mandato per "istigazione di odio di classe a mezzo radio", e per sottrarsi all'arresto da parte del sistema repressivo si recherà a Parigi dove frequenterà persone come Félix Guattari e Michel Foucault e pubblica il libro Le Ciel est enfin tombé sur la terre (Éditions du Seuil) e poi viaggerà per il mondo, curerà varie riviste culturali e continuerà ad esercitare, come accade ancora oggi, il “ruolo” di agitatore culturale,dunque chi meglio di lui per un confronto sullo stato attuale delle cose?

***
 
  • Caro Franco, quanto è importante essere anticapitalisti oggi e cosa vuol dire essere anticapitalisti?
    Cosa vuol dire essere anticapitalisti oggi? Vuol dire come sempre rifiutare lo sfruttamento che oggi si presenta essenzialmente come sfruttamento delle energie mentali, quindi impoverimento psichico. Se sia importante non lo so. Dal punto di vista dell'efficacia politica oggi l'anticapitalismo appare impotente. Ma dal punto di vista intellettuale credo che non si possa capire la sostanza più profonda dei processi in corso senza essere anticapitalisti, cioè senza mettere in questione gli effetti di devastazione che il capitalismo produce.
  • Pensi che questa crisi, chiamiamola così, possa essere in realtà una ristrutturazione violenta del capitalismo o meglio una sorta di rivoluzione capitalista che da un lato comporta l'appiattimento dei diritti sociali e dei lavoratori e dall'altro l'incremento spropositato della ricchezza verso una cerchia sempre più elitaria e ristretta? Oppure è semplicemente una crisi vera del capitalismo?
     Penso che questa crisi non sia una crisi, ma una guerra che il capitalismo finanziario ha scatenato contro quel che l'Europa avrebbe potuto essere - e in qualche misura era nel passato. Europa avrebbe potuto diventare un'alternativa al neoliberismo. Mentre nuove potenze economiche emergono il capitalismo finanziario doveva impedire che i lavoratori cinesi, indiani, russi potessero vedere nell'unione europea un riferimento positivo. E' vero che gli operai europei avevano salari molto più alti di quelli cinesi. Le condizioni di welfare degli operai europei potevano divenire un modello. Gli operai di tutto il mondo avrebbero potuto chiedere di essere trattati da esseri umani come gli operai europei (a prescindere dalle ragioni per cui gli europei hanno accumulato il loro privilegio). Il capitale finanziariodoveva distruggere questa possibilità, questo esempio, e unificare le condizioni di vita degli operai di tutto il mondo, ma verso il basso. In questo modo si impedisce una redistribuzione globale della ricchezza, si impedisce un processo di miglioramento dei salari planetari e delle condizioni di vita. Si impone un modello che porta alla concentrazione della ricchezza e all'immiserimento relativo dei lavoratori di tutta la terra. 
      
    Il M5S è un movimento capitalista a parer tuo, visto che secondo me sostiene in pieno il capitalismo naturale, oppure è una lettura distorta? 
     Il M5S è prima di tutto un fenomeno di rifiuto di massa della politica di austerity in Europa, e da questo punto di vista credo che abbia una funzione positiva. Purtroppo mi pare che sia un movimento socialmente privo di omogeneità, e culturalmente molto povero.
    L'Italia è un Paese tradizionalista, conservatore ed altamente borghese, perché è importante difendere l'ideologia? 
     L'Italia è stato il laboratorio delle diverse forme di autoritarismo, il fascismo mussoliniano e quello berlusconiano. Ma cosa è la specificità italiana? Direi che sta nella Controriforma, nella funzione che il papato ha svolto nel passaggio alla modernità. L'Italia è il paese del barocco, cioè di una forma di reazione contro il protestantesimo. In questo senso si può dire che è un paese reazionario. Se però tu mi chiedi perché sia importante difendere l'ideologia francamente non so cosa risponderti. Prima di tutto vorrei sapere cosa è l'ideologia.
    Pensi che la rete, internet, possa veramente determinare la reale democrazia degli Stati? 
     No, non ci ho mai creduto. Internet è uno straordinario trasformatore antropologico, e naturalmente anche un facilitatore di qualsiasi processo politico. Qualsiasi. Cioè favorisce la democratizzazione, ma favorisce anche forme nuove di autoritarismo. Espande l'area delle possibilità comunicative, ma nella realtà gli utenti della rete tendono a restringere il campo delle loro scelte, ed entrano in comunità chiuse, non meno chiuse di quelle che esistono nel mondo reale. Ma mentre nel mondo reale mentre stai andando alla sede della tua setta può sempre capitarti di incontrare qualcuno che ti permette di conoscere altre visioni del mondo, in Internet si formano comunità che non incontrano mai nessuno che non sia parte della setta. L'idea che Internet crei le condizioni per la democrazia è un'idea ingenua, e vecchia che circolava nei primi anni di vita della rete. Il M5S ha avuto una grande capacità di usare la rete come strumento di formazione di una setta (con effetti positivi e negativi) ma l'idea che la rete possa fondare finalmente la perfetta democrazia è ingenua.
     Perché oggi è facile parlare di capitalismo e difficile parlare di comunismo? A parer mio mai vero comunismo vi è stato, salvo forse l'esperienza breve, brevissima anzi, della Comune di Parigi, la storia ha usato in modo improprio il comunismo per ucciderlo, ma perché deve essere antiquato il concetto di comunismo, che ovviamente deve essere contestualizzato, ma non è antiquato quello del capitalismo su cui si scrivono ancora oggi manifesti? 
    Beh scusami tanto, non direi che la storia ha usato il comunismo per ucciderlo. Direi che i comunisti reali hanno fatto del comunismo un mostro talmente orrendo che non potremo usare quella parola per i prossimi mille anni. La realizzazione leninista del comunismo è stata la condizione per la sconfitta dei lavoratori di tutta la terra.
     L'Italia e l'Europa del Sud è destinata ad nuovo fascismo o ciò lo vedi improbabile? 
     Ancora una volta bisogna intendersi sulle parole. Cosa vuol dire fascismo? Quello storico non è destinato a ritornare, ma forme simili di violenza di massa e di autoritarismo populista possono risorgere proprio dalla guerra che il capitalismo finanziario ha scatenato in europa. La compressione violenta delle condizioni di vita in Grecia Spagna Italia Portogallo, e non solo qui, può certamente portare e già sta portando verso il riemergere di forme di identitarismo localista (vedi il caso della Catalogna) di razzismo e nazismo (vedi il caso della Grecia, dove metà delle forze armate sono egemonizzate dal partito nazista).
    In Italia, se non in Europa, praticamente, a partire già dal modello di scuola in “evoluzione” si attua un processo anti68, perché il 68, eticamente e socialmente, deve essere distrutto? 
     Perché il '68 è stato il momento in cui gli studenti e i ricercatori di tutto il mondo - cioè l'intelletto generale - hanno cercato di costruire una forma di vita di cultura e di organizzazione del sapere che sfuggisse alla regola del profitto e dell'accumulazione.
    Cosa ti manca del 77 bolognese? 
    E' il genere di domande cui non so cosa rispondere. detesto la nostalgia. 

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