Redipuglia e la storia di quel nome del re che non c'è...

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Dedicare un nome di una località ad un re che non c'è potrebbe essere un primato veramente notevole. Non siamo nel mondo delle favole, non siamo nel mondo di Peter Pan, con la sua isola che non c'è. Siamo in Italia, tra il Carso ed il fiume Isonzo e l'Adriatico. Siamo a Redipuglia, località appartenente a quella che un tempo fu Fogliano di Monfalcone, poi diventata sotto il fascismo Fogliano Redipuglia. Il nome Fogliano Redipuglia ha avuto origine in relazione alla domanda del podestà, di Fogliano di Monfalcone, in  quel tempo in provincia di Trieste, con la quale si chiedeva al re Vittorio Emanuele ed a Mussolini in esecuzione della deliberazione 27 ottobre 1938-XVI, l'autorizzazione a modificare la denominazione del comune in Fogliano Redipuglia. Dopo il parere favorevole espresso dal Rettorato della provincia di Trieste,  del 25 novembre 1938, su proposta di Mussolini, con regio decreto del 9 maggio 1939, n. 886 si sancì: "Il comune di Fogliano

Come evitare la restituzione delle prove InValsi alle Scuole

 
La novità delle prove InValsi di questo anno scolastico( 2012/13) è data in particolar modo dalla restituzione delle stesse alle singole scuole. L'InValsi ha realizzato una guida esplicativa sul punto.  
 
Premesso che per espressa ammissione dell'attuale commissario dell'InValsi  queste prove possono essere in sostanza utili per la competizione tra le scuole, infatti, lo stesso afferma che la competizione e l’emulazione possono infatti essere utili, ma solo se avvengono con modalità non distorsive (o peggio ancora ingannevoli), si rileva che l'accesso ai dati delle prove Invalsi è aperto per ogni istituzione scolastica, al Dirigente, al Referente per la Valutazione, al Presidente del Consiglio di Istituto e a tutti i docenti. Dirigente Scolastico e Referente per la Valutazione hanno la possibilità di visualizzare tutte le tavole e i grafici resi disponibili. 

 Il Presidente del Consiglio di Istituto, non comprendendosi poi in base a quale potere e diritto, può analizzare i dati della scuola restituiti con informazioni sul cheating e sullo stato socio-economico del contesto familiare e i dati sul cheating delle singole classi. Ogni Docente, come componente del Collegio dei Docenti, può accedere ai dati della scuola nel suo complesso e, nel caso faccia parte del relativo Consiglio di Classe, può avere a disposizione i risultati conseguiti dalle singole classi.

Ma vi è di più, l'InValsi, fornisce alle scuole che, nella persona del Dirigente Scolastico, ne fanno richiesta, una cartella al cui interno sono presenti due file excel per ogni classe, ognuno dei quali contiene dati e risultati dei singoli studenti. Spiegazioni dettagliate sulla lettura e l’utilizzo di questi file verranno fornite su richiesta delle scuole.
Verrebbe da dire, alla faccia dell'anonimato delle prove.

Ma in quale caso le prove non verranno restituite?

L'invalsi, denunciando che ha osservato come in alcuni casi, e secondo modi e forme differenti, gli studenti forniscano risposte corrette, non in virtù delle loro conoscenze, ma perché copiate da altri studenti o da libri e altre fonti (student cheating) o, persino, suggerite più o meno esplicitamente dai docenti (teacher cheating), ebbene dichiara, nella citata guida che “non restituisce i risultati di quella o di quelle classi in cui più del 50% degli studenti (da questa percentuale sono esclusi gli studenti disabili per i quali la prova non è per l'InValsi obbligatoria, evviva la scuola dell'integrazione) non ha compilato il fascicolo delle prove, ad es. perché assenti. I dati non saranno restituiti anche nel caso di classi con un elevato indice di propensione al cheating, ossia per quelle classi in cui più del 50% del punteggio osservato è da attribuire a comportamenti anomali. La scuola non riceverà inoltre l’esito complessivo della rilevazione se più del 50% delle classi si trova nelle situazioni descritte, ma riceverà solo i risultati delle classi con comportamenti corretti”.

Bene, quindi il modo di bloccare la sperimentazione dell'autovalutazione correlata all'InValsi è suggerita dallo stesso InValsi.
Scioperare nelle giornate delle prove, non presentarsi a scuola, copiare, ed alterare la compilazione delle prove/quiz.


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