Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

No alle scuole caserme, il caso delle sanzioni di Trieste


Majakovskij scriveva io conosco la forza delle parole. Parrebbe un'inezia. Un petalo caduto sotto i tacchi d'una danza. Ma l'uomo con l'anima, con l'anima, con le labbra, con lo scheletro...

A volte dalla parola si passa ai fatti. Fatti figli del disagio sociale, dell'illegalità diffusa, di una società sempre più apicale e meno sociale e solidale.
Una sterile convocazione, 32 studenti coinvolti, una scuola esemplare che educa alla legalità dell'accusa.
Vari consigli di classe nella giornata del 14 dicembre hanno avuto luogo presso il Liceo Oberdan di Trieste, altri sono previsti per il martedì seguente.

L'accusa? I fatti del 4/5 dicembre 2012.
All'entrata della scuola noterai due targhe in marmo. Una prima dedicata agli Alunni dell'Istituto caduti per la libertà della patria, la seconda al martire dell'irredentismo Guglielmo Oberdan.
Eppure in quella scuola, dedicata a chi è ricorso anche alla violenza concreta per difendere il suo ideale di patria, si esplica un processo, perché di questo si tratta, verso chi ha manifestato, in modo costruttivo ed attivo, il conflitto volto a pretendere l'applicazione della Costituzione italiana, oggi violata e nei migliori dei casi sospesa.
Come difendersi da una contestazione così generica? I fatti del 4/5 dicembre 2012?
E' una grande farsa. La difesa non è possibile, e probabilmente sarà anche inutile, perché tutto già orientato verso la definizione di una sanzione, forse un richiamo scritto ove si diffideranno gli studenti dal reiterare simili condotte.
Una scuola che educa alla legalità dell'accusa, dimostra come è facile accusare, e nello stesso tempo come è difficile difendersi,poiché la genericità dell'imputazione ha violato ogni concreta e possibile difesa.

Certo, si potrà dire che quell'accusa è volutamente generica, a tutela degli studenti medesimi.

Contraddizione a dir poco fuorviante. O si accusa o non si accusa, o si attua un procedimento disciplinare o non lo si attua. Perché, per esempio, non convocare l'assemblea straordinaria d'istituto ove discutere delle problematiche correlate ai giorni dell'occupazione? No. Si decide di processare i ragazzi che da soli o accompagnati dai propri genitori dovranno, come hanno fatto in realtà, affrontare una decina di docenti ed il dirigente. Sembra che siano emerse, in sede di voto, varie astensioni. Una presa di posizione di comodo, come utilitaristica potrebbe essere l'iniziativa attuata dalla Dirigenza scolastica. Già, perché sanzionando gli studenti, anche con il minimo previsto, la stessa in sostanza potrebbe tutelarsi da eventuali contestazioni che potrebbero essere proposte nei suoi confronti da parte del MIUR. 

Ma esiste la scuola dell'autonomia, ed ogni scuola è libera di valutare in modo insindacabile, salvo palesi illegalità o illegittimità, il modus operandi. Dunque, come accaduto in varie scuole italiane occupate, poteva tranquillamente non attuare nessun procedimento disciplinare. Ma ancora qualche atto di difesa, in quella sede, è possibile. Se i consigli di classe di martedì dovessero decidere di procedere con l'archiviazione del procedimento in essere, ciò avrà dei chiari riflessi anche sulle decisioni maturate nella data del 14 dicembre. Ma i docenti avranno il coraggio di schierarsi dalla parte degli studenti? Denunciando la violazione del diritto alla difesa? Denunciando la inutilità, salvo quella intimidatoria di sistema, del procedimento in essere? Denunceranno che le scuole non sono delle caserme e nè dei Tribunali? Che le scuole devono saper vivere il conflitto e non reprimerlo e sanzionarlo? Quale educazione alla legalità, se questa sussiste solo per la voce dell'accusa? Quale educazione alla legalità quando palesemente in Italia si frequentano e vivono tantissime scuole illegali, perché non a norma di legge in tema di sicurezza?

Nota post 18 dicembre 2012
 Si è da poco, oggi 18 dicembre 2012, concluso il secondo presidio a sostegno della comunità studentesca del Liceo Oberdan di Trieste.
Io insieme a docenti e studenti e genitori che hanno detto No alla sanzione per l'occupazione, abbiamo cercato di aiutare chi ha dovuto affrontare il consiglio processuale di classe.
Gli studenti e le studentesse coinvolti/e e travolti/e da questo sistema sanzionatorio hanno dimostrato una grande maturità, un gran senso di consapevolezza ed hanno insegnato a tutti noi come si deve difendere la dignità.
Con la lotta senza chinar la testa alla repressione.
Parlo di repressione perché di questo trattasi.
Ha cercato la dirigenza scolastica con i docenti che ahimè hanno sostenuto tale iniziativa, di spostare il tutto sul piano legalitario.
La scuola non è un Tribunale.
La scuola deve insegnare anche ad affrontare e vivere il conflitto.
La scuola deve fare scuola in tal senso.
Ma è prevalso il senso della legalità all'accusa e dell'illegalità della difesa, nel senso che è stava violata ogni legalità in tal senso, sia perché trattasi di contestazioni generiche, sia perché addirittura è emerso che l'aver avanzato pretese legittime consistenti nel chiedere documenti comprovanti l'accusa sia stato sinonimo di comportamento conflittuale.
Insomma se chiedi la garanzia del diritto alla difesa, verrai accusato di essere conflittuale.
Ma ogni difesa è inutile perché tutto già deciso.
La sanzione era già stata decisa.
Si tratterà di una cosa minimale, ininfluente sul piano della valutazione, ma determinante per il precedente che si è realizzato.
A Trieste dopo circa 25 anni, come mi è stato riferito, ritorna la sanzione per l'occupazione.
Ma tale iniziativa ha avuto anche il merito di spaccare la scuola.
Studenti colpevoli contro studenti innocenti, docenti contro docenti, studenti contro docenti e genitori incazzati neri con la scuola.
Alcuni genitori hanno fatto trapelare che se uno dei loro figli avrà la sanzione verrà chiesto il trasferimento da quella scuola ed iscrizione ad altra scuola.
Ma il problema non è lo studente che ha protestato od il genitore incazzato.
Quell'iniziativa, come intrapresa dalla Dirigenza, legalmente repressiva sin dalla richiesta dell'intervento delle forze di polizia, e come sostenuta dalla maggior parte dei docenti, non tutti per fortuna, evidenzia uno stato di incompatibilità ambientale in quella scuola.
Quel modo di gestire il conflitto ha diviso la scuola, la comunità scolastica, rotto ogni dialogo ed incrementato ogni stato di agitazione e tensione che durerà nel tempo.
Dunque visto e rilevato che non dovranno essere gli studenti ad abbandonare quella scuola, perché la scuola è della comunità scolastica, dovrà essere a farlo chi ha determinato questo stato di cose.
Invito i genitori e gli studenti a denunciare il tutto anche all'Ufficio scolastico regionale,di realizzare un documento esplicativo da condividere con l'opinione pubblica, perché non si può tornare indietro, ma si deve andare avanti.
Andare avanti vuol dire annullare d'ufficio tutte le sanzioni comminate, valutare se esistono i presupposti per chiedere il trasferimento della Dirigenza Scolastica per incompatibilità ambientale.
Se così non sarà faranno bene i genitori a chiedere il trasferimento dei propri figli da quella caserma/tribunale scuola.




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