Mi ucciderete, mi
sotterrerete, ma io mi disseppellirò.
Sulla terra si
affileranno ancora i coltelli dei denti.
Come un cane mi
accuccerò sotto i pancacci delle caserme.
Comincerò rabbioso ad
azzannare i piedi fetidi di sudore e di mercato....
Ho ascoltato la Calabria urlare queste
parole.
Parole e parole di Majakovskij,
tratte da una poesia del 1916, A tutto, che in
tal risveglio autunnale dovrebbero evocare la voglia di riscatto e di
ribellione ma nello stesso tempo la voglia di essere liberi.
Volere è potere, se vuoi, puoi.
Ed allora manifesto una mia ennesima
provocazione.
Scritta su foglio virtuale, con una
penna che penna non è.
Quello che è stato è stato, adesso è
il momento di decidere. Ognuno ha una sua fetta di responsabilità, a
volte amara, a volte semplicemente indigesta, del come la Calabria,
perla annerita del Mediterraneo, soffre e lamenta il suo perdurante
malanno da secoli.
Si deve scegliere cosa si vuole fare
della Calabria ed in Calabria.
Il modello industriale emulativo, ma in
modo altamente fallimentare per la società onesta, non per quella
'ndranghetista, delle esperienze del Nord Italia, non può più
essere riproposto.
La Calabria non è terra che può
ospitare industrie.
Eppure grandi ed immense zone sono
state violentate, represse e depresse, per edificare mafiosi
scheletri di profitto.
Per non parlare dell'abusivismo
dell'edilizia, diventata ordinarietà, non più abusiva.
Abusiva in Calabria è la voglia reale
di cambiamento.
Abusivo in Calabria è il rispetto
della madre terra.
Abusivo in Calabria è quell'essere
umano, diventato disumano, che ha sventrato ciò che andava tutelato,
protetto, amato, difeso.
Un vanto, ora disincanto reale e non
regale.
Ed allora propongo di realizzare in
Calabria la più grande ed immensa operazione di bonifica mai vista
forse in tutto l'Occidente.
Demolizione di tutte le case abusive,
abusive secondo la legge di questo Stato, demolizione di tutte le
zone industriali con annessi edifici, diventate e diventati
semplicemente cimiteri di una esperienza nata morta, messa in
sicurezza di tutto il territorio, insomma una grande ciclopica
operazione di pulizia, che ha come scopo quello di riportare la
Calabria ai suoi originari splendori, dovrà essere terra di
agricoltura e turismo, cultura e ricerca.
Una operazione del genere, che
durerebbe anni, oltre che creare posti di lavoro, conferirebbe un
segnale che potrà essere emulato in altre zone del nostro non più
Bel Paese.
Dovrà ovviamente intervenire l'Europa,
quell'Europa che tanti soldi ha regalato alla Calabria, ma che ahimè,
nella maggior parte dei casi sono stati sfruttati solo per il proprio
individuale ed egoistico malaffare e profitto.
Sarà una prova di riscatto e di
orgoglio per i Calabresi.
Dimostreremo al mondo intero che se lo
vogliamo, possiamo, ma da soli non si può.
E' una proposta, che potrà essere
accolta o cestinata, a noi la scelta.
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