Dopo aver osservato lo splendore del
monte dell'Eco che scivola con una eleganza incredibilmente naturale
ai piedi del Lago di Piediluco, le cui acque insieme a quelle del
fiume Velino alimentano la cascata delle Marmore, ecco che una
scuola chiusa ed abbandonata, dalle finestre tutte rotte e dalle
porte chiuse da lucchetti e catene, sembra urlare per le vie silenti
di questa piccola frazione del Comune di Terni, cosa la scuola non
deve più essere.
Nella parte sinistra, quel lato che per
la società conservatrice e cattolica ha sempre rappresentato il lato
oscuro e malvagio della società, leggere una incisione ferma e
decisa, Scuola Femminile, nella parte destra, invece, Scuola
Maschile.
Due lati della scuola separati, due
ingressi separati, generazioni separate dal sesso, dal genere, ed
unite dai muri di quell'involucro di cemento colorato.
Silenzio.
Un silenzio che si perde nelle acque
del lago.
Eppure da qualche tempo, sia nel
vecchio continente, che nel nuovo continente, in via provocatoria o
meno, il problema è stato risollevato.
Dividere o non dividere le classi per
sesso?
Un recente rapporto dell'Ocse Pisa,
analizzato dall'Invalsi, indirettamente ha posto questo problema, nel
momento in cui ha evidenziato che il divario tra ragazzi e ragazze
nella scuola sarebbe una sorta di dato di fatto.
Eppure la società italiana è
classista e ghettizzata dentro.
Nelle scuole italiane, le divisioni
esistono già.
Troverai all'interno della stessa
scuola corsi, che di norma coincidono con la sezione A o B,
frequentati prevalentemente da ragazzi e ragazze provenienti da ceti
sociali benestanti.
Così come troverai classi, che spesso
coincidono con le successive lettere dell'alfabeto, essere
frequentate da quelli che vengono identificati come i “paesani” o
figli o figlie di ceti sociali non benestanti.
Così come esistono scuole considerate
in gergo come “fighette” o frequentate dai
figli di papà, o scuole, che si trovano in periferia,
frequentate dal ceto sociale più debole.
Per non parlare di quello che accade
con i test dell'Invalsi.
Dove i bambini con handicap o con
difficoltà di apprendimento, nella migliore delle ipotesi, possono
fare i test ma senza che questi vengano considerati ai fini
statistici, o nella peggiore delle ipotesi allontanati dalle classi
durante l'espletamento di quelle prove.
Già, perché le loro difficoltà, i
loro problemi, non possono fare media per la statistica.
Una cosa talmente orripilante che
dovrebbe fare urlare allo scandalo.
Con ciò non voglio legittimare i test
dell'Invalsi, perchè nessuno dovrebbe fare quei test, che andrebbero
boicottati in massa, ma ciò evidenzia come la scuola della e dalla
discriminazione sociale esiste e perdura.
Forse non sarà sessista, lo è
certamente per provenienza sociale o per condizione personale.
La scuola dell'integrazione, della
solidarietà, che deve rompere le barriere reali divisorie, è a
rischio di affossamento.
Se l'Invalsi continuerà a trovare
affermazione, se il PDL Aprea, andrà avanti nel suo cammino
parlamentare, la scuola settaria, classista, della concorrenza, e
ghettizzata sarà la piena normalità
La scuola chiusa ed abbandonata di
Piediluco, andrebbe trasformata in un museo vivente, che con la sua voce ribelle e solidale, ricordi alle generazioni presenti e future cosa la
scuola non deve essere, per quella memoria persa e sempre più
difficile da ritrovare, nel tempo della frenesia, del nozionismo e
dalla prove al cronometro, dove pensare è un male.
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