Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

L’ennesima odissea sulla Trieste- Bologna




Con questo breve scritto non esprimerò nulla di nuovo rispetto a quanto già denunciato per esempio da Paolo Rumiz, o da tanti viaggiatori pendolari che utilizzano il treno regionale veloce, solo di nome ma non di fatto, per spostarsi da Trieste. Il punto è che nonostante le ripetute lamentele, segnalazioni, il problema persiste e ciò è grave ma non sorprende. La linea ferroviaria Trieste- Bologna, che in verità è una linea che si sospende in quella stazione di Mestre sempre più degradata, per poi riprendere il suo corso dopo i canonici 40 minuti di attesa quando va bene, anche di oltre i 60 minuti quando perdi la coincidenza, è a prova di pazienza. Certo, io sono un cultore del vivere con lentezza, ma se vivere con lentezza significa viaggiare su Treni dall’aria condizionata a dir poco sballata, sporchi ma anche dalle sospensioni precarie,  quel sospirato vivere con lentezza verrà in quel momento ripudiato. Il giorno 7 settembre mi son recato a Bologna per motivi di lavoro, arrivato alla stazione di Quarto d’Altino, il treno si fermerà. 
Il controllore dirà, ci sono problemi di elettricità sulla linea Mestre Venezia, non si sa quando ripartiamo ma vi terremo informati. 
 Solo 28 minuti di ritardo che mi consentiranno per un “santo” minuto e corsa fugace nel sottopassaggio di Mestre di prendere la coincidenza per Bologna. Intanto dal finestrino vedrai la stazione di Mestre stracolma di persone, il giorno dopo apprenderai dal Piccolo di Trieste, uno dei pochi quotidiani che ha riportato la notizia, che si è rotto un cavo, ed il delirio è esploso. Il giorno dopo riparto per Trieste. Solito treno, tra vagoni dall’aria condizionata esagerata ed altri letteralmente spenta, viaggi sudando come non mai con il solito finestrino aperto che ti cagionerà anche qualche temporaneo malanno. Arrivo a Mestre e leggerai sul tabellone che il treno per Trieste delle 15.23 è stato soppresso, senza proferir verbo alcuno, e ne avevo tanti da proferire, ti rassegni a salire su quello che farà il tour del Friuli Venezia Giulia, quando un minuto prima di partire la voce automatica annuncerà che il treno per Trieste delle 15. 23 era in arrivo sul binario due. Non hai il tempo di pensare, Scendi dal Treno itinerante, nuova corsa fugace, e per l’ennesima volta riuscirai a salire sul treno risorto. Molti l’avranno perso, altri avranno fatto la mia stessa corsa, il punto è che questi regionali veloci, che alla cifra di euro 20.40  consentono di raggiungere una delle tratte più frequentate la Trieste -Mestre-Bologna in 4 ore 20 minuti circa, e parliamo di 300 km di tragitto, di veloce non hanno un bel nulla.  Perché non potenziare la linea prevedendo due tipologie di regionali, quello classico, che ferma in  tutte le stazioni e quello veloce non solo di nome ma anche di fatto, che fermerà in poche stazioni principali? Una cosa è certa è che questi collegamenti, scollegati da ogni logica di funzionalità, non invogliano certamente a spostarsi da Trieste od a recarsi a Trieste.

Commenti

  1. Ieri viaggio Pescara/Trento ottime condizioni su Freccia Bianca Freccia Argento: purtroppo i prezzi sono competenti, quindi 110 euro a tratta.
    La cosa divertente è però, a BO, il ritardo di 145 minuti (!) di un Italo proveniente da Salerno: propri il nuovo treno di Montezemolo. A mia richiesta, al centro Italo, popolato di graziose fanciulle in rosso, mi viene risposto che "il trento ha avuto dei problemi". ma non erano tutti super moderni?! Pluri accessoriati con il max confort? Bisognerebbe chiedere ai viaggiatori da Salerno che cosa ne pensano...

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  2. ... ho notato un errore: era il treno, non "il trento"...

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