L'Egitto continua a non essere dichiarato Paese insicuro ma Giulio non è finito nell'oblio

 Nel sito Viaggiare Sicuri della Farnesina, nella scheda dedicata all'Egitto si continua a leggere che   " Dal 2011 l’Egitto è stato attraversato da profondi rivolgimenti politico-sociali ed il contesto politico-regionale relativo alla questione palestinese può avere riflessi sulla stabilità sociale e movimenti di protesta. I connazionali che si recano nel Paese per motivi professionali, di studio o turistici, devono essere pienamente consapevoli di tale contesto generale, così come dei rischi di detenzione o di altre misure coercitive connesse alla partecipazione ad attività politiche o anche soltanto a discussioni potenzialmente ricollegabili al contesto politico interno, come dimostra l’omicidio di Giulio Regeni. Come noto, nel 2016, è stato rinvenuto, vicino al Cairo, il corpo del giovane ricercatore italiano, torturato e barbaramente ucciso". I rapporti commerciali tra Italia ed Egitto continuano ad essere consolidati, si stipulano anche accordi...

Drogati di consumismo.


Incredibile.
Già, incredibile, ma tutto e ripeto tutto tristemente reale e poco regale.
Poco regale per quella maledetta indignata dignità che ogni giorno diciamo di voler rivendicare, affermare.
Accade che a Roma inaugura la sua attività un centro commerciale.
Promettono forti sconti.
E cosa succede?
Caos più totale.
Oltre 250 vigili costretti ad intervenire per controllare le indomite vie del traffico di Roma andate letteralmente in blocco totale.
Aspirale consumistica affermata.
Ponte Milvio, Cassia, Flaminia, Salaria, Corso Francia, Olimpica, Monti Tiburtini, XXI Aprile, San Giovanni, Prenestina, Tangenziale Est, bloccate.
Per non parlare delle risse, che molti hanno vissuto.
E tutto questo per cosa?
Per occupare il Parlamento?
Per protestare per la perdita del lavoro?
Per protestare conto il golpe bancario in itinere in questo paese?
No.
Tutto questo per un fottutissimo momento di glorioso consumismo.
Siamo malati di consumismo.
Il consumismo è la forza del capitalismo.
Forse la rivoluzione si farà proprio perché le persone comuni non potranno più acquistare l'ultimo cellulare alla moda, o fare un mutuo, pur di mangiar pasta in bianco tutti i giorni, per comprare l'ultimo modello di auto.
Forse sarà così.
Forse no.
Ma in ogni caso, e prima di ogni caso, il primo processo rivoluzionario e ribelle deve essere quello culturale.
L'Italiano medio si è smarrito per la selva dell'ignoranza,
per la via del dipendente consumismo.

Marco Barone




Commenti

  1. ...e meno male che c'è la crisi.....se fosse un supermercato l'avrei capito ma per l'elettroncia!!! Siamo una società di m....

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