Il mondo gattopardiano dopo il coronavirus

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C'è stato un tempo sconvolgente che sembrava non finire più. Sembrava che il mondo perduto non sarebbe più potuto tornare. Sembrava tutto. E invece, non è cambiato niente. Dopo settimane di bombardamenti mediatici ai limiti del terrorismo psicologico su come ci si dovesse comportare per evitare di essere contagiati dal cornoavirus e non incorrere nella covid19, sembraba impensabile pensare che il post coronavirus, potesse essere come il prima. Nulla sarà come prima, si diceva. Ci sarà un prima coronavirus, un dopo coronavirus. Si ripeteva.  La stretta di mano sembrava essere destinata all'estinzione, gli abbracci, essere ridotti al minimo, il baciarsi sulla guancia, due, tre volte, all'italiana, a rischio estinzione come i dinosauri, e che dire della distanza di sicurezza sociale di almeno un metro? Si temeva che questo potesse essere il modo tipico delle relazioni "aosciali".  Si pensava che potesse derivarne l'Italia dei balconi di D'Annunzio e Mussol...

Quando l'omosessualità diventa un mezzo per "giustificare" dei crimini contro l'umanità

Una delle tante infamate che dal regime fascista egiziano hanno sparato come dei missili d'odio contro il nostro Giulio è stata quella del suo essere omosessuale. Ucciso da un suo amante geloso. Una delle tante infamate, non è stata l'unica, come ben sappiamo. L'omosessualità in Egitto è un crimine. Finisci in galera se sei lesbica, se sei gay, se sei trans. Se sei quello che sei. Sei immorale. E per questo meriti la galera. Ma l'omosessualità viene usata anche come mezzo per denigrare e giustificare dei crimini contro l'umanità. Giulio era gay, ed è stato ucciso da un suo amante a detta dei servizi egiziani nell'ambito dei loro depistaggi. Con questo messaggio cosa volevano far passare dalla parte della dittatura fascista egiziana? Che quella morte se la era come minimo meritata. Giulio non era omosessuale, ma anche se lo fosse stato poco importa. Non è questo il punto. La questione è come l'omosessualità viene usata per denigrare, per giustificare, per rendere più accettabili alcuni crimini, alcune bestialità. E di queste bestialità in Egitto ne vanno fieri, ci vanno a braccetto. Il caso di Patrick è noto. Gli stanno facendo scontare tutta la galera possibile, a colpi di rinvio. Certo, sappiamo bene che in Italia siamo messi male, ma non siamo ai livelli dell'Egitto, e dovrebbe comunque non solo indignare ma fare imbestialire il fatto che noi con quel Paese continuiamo a comportarci come se fosse l'amichetto con cui andare a vedersi le partite di calcio allo stadio o farsi una birretta in qualche pub. Quella dittatura feroce la stiamo armando, la stiamo legittimando, nonostante le bestialità da essa commesse. Ne siamo complici. E' evidente. Il 17 maggio è la giornata mondiale contro l'omotransfobia. Il cammino della verità per Giulio Regeni include anche tutto ciò che questa giornata nel suo simbolismo rappresenta ed è giusto ricordarlo.

mb

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