Lo spirito di solidarietà del Friuli

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  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

CPR Gradisca: caso morte di Vakhtang Enukidze.Ora spunta l'ipotesi del regolamento di conti. Quali le prove?


Il caso della morte di  Vakhtang Enukidze, il georgiano di 38 anni, internato nel CPR di Gradisca, non è ancora diventato un caso nazionale, ma lo diventerà. Ad oggi, come noto, sussistono delle ricostruzioni discordanti, ma concordanti, in realtà su un fatto. Enukidze è vittima di aggressione all'interno del CPR. Bisogna "solo" accertare chi l'autore di questa aggressione. Cosa che in ogni caso lascia intendere che delle responsabilità istituzionali ci sono. A partire dalle questioni di principio, perché quella struttura non doveva essere realizzata. Bisogna chiedersi come è potuto accadere? Interrogarsi sulla prevedibilità ed evitabilità del fatto. Ovviamente il tutto sarebbe accaduto in una zona non protetta da telecamere in una struttura con 200 telecamere! Fondamentali saranno le testimonianze. E qui si scontrano in modo impattante. Da quella di chi dice che è stato vittima di un pestaggio da parte delle forze dell'ordine, a quella, di una generica rissa, a quella emersa sul Piccolo del 21 gennaio, di un  possibile regolamento di conti, di cui il georgiano sarebbe stata vittima. Si parla di una fonte indipendente interna al centro del CPR. Questa fonte indipendente si presume che avrà già riferito all'autorità giudiziaria che è chiamata a fare luce su una questione sconcertante che si è consumata in ogni caso all'interno di quelle mura. Una fonte indipendente che i giudizi sugli internati però se li lascia sfuggire, eccome. Nell'articolo in questione si legge: "Al Cpr ci sono veri delinquenti, gente senza scrupoli e disperata, con pene pesanti come lo stupro o la rapina". Si parla nel giornale di un regolamento attuato "da una parte di un gruppo di magrebini che voleva fargliela pagare per la rissa del martedì." Ma si usa il condizionale, da quello che emerge, questa ipotesi sarebbe forse solo un pensiero, una deduzione? Visto che si legge nel contenuto dell'articolo "che il georgiano potrebbe essere stato vittima di un regolamento di conti"? Dunque, si parla di una possibile spedizione punitiva. Ma sulla base di quali elementi non è dato sapere. Si legge che la rissa sarebbe scoppiata perché "c'era da decidere la leadership, chi doveva esser il boss della camerata o, forse, dell'intero Cpr." Sulla base di quali elementi fattuali si sostiene ciò? Saranno gli inquirenti a verificare lo stato delle cose, ci vorrà tempo, le testimonianze sono e saranno determinanti. Un caso su cui è necessario fare verità e giustizia per la salvaguardia dello stato di diritto che in quel luogo pare essere difficilmente sostenibile.

mb

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