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Visualizzazione dei post con l'etichetta Vakhtang Enukidze

Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

Morte di Vakhtang Enukidze è sbagliato, per ora, assolvere come condannare senza se e ma

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Il comunicato della parlamentare del M5S,Sabrina De Carlo, si schiera senza se e ma dalla parte delle forze dell'ordine che hanno operato nel CPR di Gradisca nei giorni d'inferno di metà gennaio, così come ha fatto la giunta leghista del FVG e non solo, sul caso del CPR di Gradisca, così scrivendo:  " C'è un caso, diventato di rilievo internazionale, che si é verificato a Gradisca d'Isonzo (Gorizia), ne avete sentito parlare?  Un migrante, detenuto nel centro é drammaticamente deceduto e soltanto ieri sono state accertate le cause della morte, una polmonite.  In queste settimane però si é subito attivata la macchina del fango contro l'operato delle forze dell'ordine, la narrazione forzata dei fatti e le strumentalizzazioni che hanno catturato l'attenzione dei media. " La cui posizione si era capito fin dall'inizio della sua visita che fosse contrastante con quella assunta da parte del deputato Magi, che invece raccogliendo le testimonianze ...

L'urlo di disperazione della sorella di Vakhtang: "A chi volete che interessi il destino di un migrante morto?"

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L'articolo pubblicato su Repubblica sulla morte di Vakhtang Enukidze è un colpo diretto allo stomaco. Hai una sorella, che ha perso un fratello, una famiglia, un figlio, la comunità distante 3000 km da Gradisca, un suo cittadino. E la fiducia nella giustizia è pari a zero. A chi volete che interessi il destino di un migrante morto? Mio fratello era una persona equilibrata, di buon carattere. Non era certo un violento. Così Asmat Jokhadze, la sorella. Vakhtang era affidato allo Stato italiano. Ha attraversato diverse sue strutture, il carcere di Gorizia, il CPR di Gradisca. E' morto. Sulle cause della morte si dovranno attendere gli accertamenti dell'autopsia. La famiglia di Vakhtang dovrà ancora aspettare per riavere il proprio caro. I fatti, le ricostruzioni, sono contrastanti, ma univoche nella direzione che qualcosa è successo, all'interno delle strutture dello Stato dove il georgiano era in stato di affidamento prima di essere espulso, o meglio rimpatriato, c...

Il parlamentare Magi sulla morte di Vakhtang Enukidze: "colpito reputatamene da 10 agenti nel CPR di Gradisca"

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Il deputato Riccardo Magi insieme a Schiavone, il presidente dell'ICS, nella conferenza stampa che si è tenuta a Roma alla Camera dei deputati hanno fatto emergere la criticità del CPR di Gradisca e soprattutto la gravità di quanto successo nella vicenda di Vakhtang Enukidze. Racconta, Magi , di essere stato accolto da agenti in assetto in antisommossa, nel giorno della sua prima visita, e ha avuto notizia che quella sera è avvenuta una "bonifica" il sequestro dei cellulari della zona verde, la zona dove era stato fino al giorno prima della morte il cittadino georgiano.  Colpito reputatamene da 10 agenti Il  14 gennaio rispetto alle ricostruzioni di stampa, riferisce il parlamentare di + Europa," tutte le testimonianze che ho potuto raccogliere, di ospiti, di operatori, e anche di un poliziotto, sono unanimi, nel negare l'esistenza di rissa, ma parlano di una semplice colluttazione che non avrebbe potuto determinare alcun danno mortale . " Specifi...

Neanche una parola su Vakhtang Enukidze da parte dell'Amministrazione regionale,solo un grazie alle forze dell'ordine

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Neanche mezza parola verso la vittima dell'aggressione subita nel comunicato diffuso sul sito della Regione da parte dell'assessore alle politiche dell'immigrazione in FVG. Aggressione di cui resta da capire da parte di chi, se da parte delle forze dell'ordine, come denunciano alcuni testimoni e attivisti, o se da parte di altri internati nel CPR come lasciano intendere alcune voci da parte delle istituzioni, per ora.  Ma l'assessore non ha dubbi. Nessuno dubbio. Come nessun dubbio nelle prime battute non l'aveva neanche il Prefetto di Gorizia. Rissa tra immigrati all'interno del CPR. L'unico sentimento espresso dall'Amministrazione regionale è questo: "Stima, gratitudine e fiducia nell'operato delle forze di polizia, del Questore e del Prefetto impegnati nel difficile compito di mantenere l'ordine nel Cpr di Gradisca. " Incredibile. D'altronde è responsabilità anche di chi c'è al governo regionale se esiste il CPR, ...

"Stanno rimpatriando i testimoni del caso di Vakhtang Enukidze"

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La denuncia che arriva da No CPR e no frontiere, è grave . Così scrivono: " Ci è stato riferito dall’interno e poi è stata confermata la notizia da fonti ufficiali che IERI ALLE 4 DI MATTINA sono stati prelevati dalle celle e 🛑 RIMPATRIATI 🛑 tre ragazzi egiziani che avevano parlato agli avvocati riguardo all’omicidio di Vakhtang. ERANO I SUOI COMPAGNI DI CELLA. Sembra vogliano far sparire tutti i 🛑 TESTIMONI 🛑 e intimorire chiunque si era reso disponibile a testimoniare sull’omicidio. Da dentro alcune persone ci dicono di aver paura di essere deportate. Hanno anche sequestrato i telefoni. " Accuse gravissime, che si aggiungono a quelle espresse in questi giorni, come quelle relative al momento in cui si è svolto il presidio innanzi al CPR, dopo che si è appreso della morte del ragazzo georgiano internato presso quella struttura gradiscana. " Durante il presidio, mentre comunicavamo da una parte all’altra delle mura, le persone ci chiamavano per d...

CPR Gradisca: caso morte di Vakhtang Enukidze.Ora spunta l'ipotesi del regolamento di conti. Quali le prove?

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Il caso della morte di  Vakhtang Enukidze, il georgiano di 38 anni, internato nel CPR di Gradisca, non è ancora diventato un caso nazionale, ma lo diventerà. Ad oggi, come noto, sussistono delle ricostruzioni discordanti, ma concordanti, in realtà su un fatto. Enukidze è vittima di aggressione all'interno del CPR. Bisogna "solo" accertare chi l'autore di questa aggressione. Cosa che in ogni caso lascia intendere che delle responsabilità istituzionali ci sono. A partire dalle questioni di principio, perché quella struttura non doveva essere realizzata. Bisogna chiedersi come è potuto accadere? Interrogarsi sulla prevedibilità ed evitabilità del fatto. Ovviamente il tutto sarebbe accaduto in una zona non protetta da telecamere in una struttura con 200 telecamere! Fondamentali saranno le testimonianze. E qui si scontrano in modo impattante. Da quella di chi dice che è stato vittima di un pestaggio da parte delle forze dell'ordine , a quella, di una generica riss...

CPR di Gradisca ad alta tensione

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Dopo la notizia della morte di Vakhtang Enukidze , neanche quarantenne, sulla cui morte vi sono due ricostruzioni al momento fortemente contrastanti, e su cui è fondamentale fare luce e verità quanto prima, una manifestazione con diversi cittadini, esponenti di associazioni e realtà politiche regionali ha avuto luogo sullo stradone di via Udine innanzi a quella struttura che nessuno vuole, e che Gradisca continua a subire. Nessun parlamentare era presente, nessuno, nonostante quanto successo in questi giorni, salvo il personale operante nella struttura e le forze dell'ordine, ha potuto avere accesso. Non è un carcere, ma è peggio del carcere, perché i diritti sono latitanti rispetto a quelli della normale detenzione. Dalla parte interna del muro di quella "prigione" arrivavano imprecazioni contro chi li ha rinchiusi, e si denunciavano casi di violenze in corso. Il senso di impotenza che si è vissuto in quei momenti è stato pesante. Si comunicava ad alta voce, ...

Verità per Vakhtang Enukidze e il CPR di Gradisca deve essere chiuso

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E' successo dietro l'angolo di casa nostra. In quel luogo che doveva essere super blindato, super sicuro, pieno zeppo di telecamere, ma si sta confermando essere un luogo di morte, di sofferenza, di violenza e assolutamente si rivela per quello che è, ingestibile. Ex CTP, poi CIE, poi CPR che convive insieme al CARA. Si chiamava Vakhtang Enukidze, era della Georgia, non aveva ancora 40 anni. E' morto.  E qui si stanno scontrando due realtà fattuali completamente diverse. Chi parla di rissa, negando un ruolo di "pestaggio da parte delle forze dell'ordine" come denunciato dalle prime ore in cui si è appresa, il 18 gennaio, la morte del ragazzo georgiano.  Sul Piccolo si sottolinea infatti ad esempio che   "il prefetto di Gorizia Massimo Marchesiello nega invece con decisione l’ipotesi che le forze di polizia possano aver avuto un ruolo nella drammatica fine del trentottenne". Ma sulla pagina pagina Facebook e del blog di No CPR no frontiere ...

CPR di Gradisca. Morto un ragazzo. Due le versioni, "rissa" o "pestaggio da parte delle forze dell'ordine"

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Il CPR di Gradisca, che non sarebbe un carcere, infatti, forse è anche peggio, è un disastro. Fughe, che non possono essere chiamate evasioni, ma allontanamenti volontari, non è uno scherzo. E' stato detto così. Tentativi di autolesionismo, perché la gente impazzisce e non vuole essere rimpatriata, per arrivare al fattaccio che ha portato ad un secondo morto a Gradisca, dopo il CIE nel 2013, da cui ebbero luogo delle rivolte che portarono alla chiusura di quel posto sconcertante. Una persona di poco meno di 40 anni, georgiano. E qui si apre già un caso. La velina ripresa come prima informativa da tutti gli organi di stampa parla di una rissa scoppiata tra migranti, il 14 gennaio, così si legge : "Un cittadino georgiano di 20 anni che era trattenuto al centro permanente per i rimpatri di Gradisca di Isonzo è morto questo pomeriggio all'ospedale di Gorizia a seguito di lesioni. Martedì scorso il giovane era rimasto coinvolto in una rissa scoppiata all'interno de...