Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Un popolo di "viziati". Chiudiamo questi confini che facciamo prima






 

Una volta il motivo era il terrorismo. Poi questo scompare all'improvviso così come all'improvviso è arrivato e il nuovo motivo diventano i migranti. Migranti più terrorismo hanno creato l'effetto bomba perfetto. Senza che la bomba esplodesse. Dalla polizia a cavallo in Slovenia ai controlli ad oggi non significativi ma comunque sussistenti in Croazia ed in Italia, in Germania, in Austria, in Francia praticamente ovunque. Con il timore di quella rotta balcanica che l'Italia non ha mai realmente sfiorato.
Facciamo così. Visto che siamo nati "viziati", visto che pensiamo che sia una gran figata chiudere le barriere, già pronte e predisposte, basta solo riattivarle e ci vuole un niente, chiudiamoli questi benedetti confini.
Ma il primo che si lamenterà poi delle lunghe code e interminabili file per andarsi a fare le vacanze in Slovenia o Croazia o Germania o Austria od ovunque in giro per l'Europa, il primo che si lamenterà di come peggiorerà il tutto, cosa gli si dovrà dire? Chiusi i confini, abbracciata e coccolata la propria bandiera, ritrovato il proprio sperduto orgoglio nazionale, poi magari, perchè no? Andiamo anche a fare una bella guerra al vicino? Passando da tante piccole mini Brexit? E perchè no? Stampiamoci la nostra moneta. Ogni Paese con la propria moneta e potrà liberamente scegliere in quale fossa farsi seppellire prima del tempo con il proprio debito pubblico insanabile. Un popolo di viziati. Siamo questo. Abbiamo avuto tutto, pace, una cosa da niente, cosa vuoi che sia, una marea di diritti, certo non perfetti, tutto è perfettibile, ma che qualche decennio addietro si potevano solo sognare. Quando qui si mangiava merda ed una patata a settimana, quando andava bene. L'Europa ha già conosciuto due guerre tremende, ma alle persone di oggi con l'odio e l'ignoranza dilagante non frega niente. Pensano che la guerra sia come giocare alla Ps4. Un mondo di viziati. Questo siamo. Che si merita di avere i confini chiusi. Così facciamo prima, acceleriamo tutte le tappe già ben delineate che solo un miope non riesce a vedere e tanti saluti. Ad ognuno la propria bandiera, nazione e identità e finta felicità.

Marco Barone

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