Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

Un popolo di "viziati". Chiudiamo questi confini che facciamo prima






 

Una volta il motivo era il terrorismo. Poi questo scompare all'improvviso così come all'improvviso è arrivato e il nuovo motivo diventano i migranti. Migranti più terrorismo hanno creato l'effetto bomba perfetto. Senza che la bomba esplodesse. Dalla polizia a cavallo in Slovenia ai controlli ad oggi non significativi ma comunque sussistenti in Croazia ed in Italia, in Germania, in Austria, in Francia praticamente ovunque. Con il timore di quella rotta balcanica che l'Italia non ha mai realmente sfiorato.
Facciamo così. Visto che siamo nati "viziati", visto che pensiamo che sia una gran figata chiudere le barriere, già pronte e predisposte, basta solo riattivarle e ci vuole un niente, chiudiamoli questi benedetti confini.
Ma il primo che si lamenterà poi delle lunghe code e interminabili file per andarsi a fare le vacanze in Slovenia o Croazia o Germania o Austria od ovunque in giro per l'Europa, il primo che si lamenterà di come peggiorerà il tutto, cosa gli si dovrà dire? Chiusi i confini, abbracciata e coccolata la propria bandiera, ritrovato il proprio sperduto orgoglio nazionale, poi magari, perchè no? Andiamo anche a fare una bella guerra al vicino? Passando da tante piccole mini Brexit? E perchè no? Stampiamoci la nostra moneta. Ogni Paese con la propria moneta e potrà liberamente scegliere in quale fossa farsi seppellire prima del tempo con il proprio debito pubblico insanabile. Un popolo di viziati. Siamo questo. Abbiamo avuto tutto, pace, una cosa da niente, cosa vuoi che sia, una marea di diritti, certo non perfetti, tutto è perfettibile, ma che qualche decennio addietro si potevano solo sognare. Quando qui si mangiava merda ed una patata a settimana, quando andava bene. L'Europa ha già conosciuto due guerre tremende, ma alle persone di oggi con l'odio e l'ignoranza dilagante non frega niente. Pensano che la guerra sia come giocare alla Ps4. Un mondo di viziati. Questo siamo. Che si merita di avere i confini chiusi. Così facciamo prima, acceleriamo tutte le tappe già ben delineate che solo un miope non riesce a vedere e tanti saluti. Ad ognuno la propria bandiera, nazione e identità e finta felicità.

Marco Barone

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