Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

Rijeka/Fiume, una città multietnica con una ventina di minoranze nazionali

Rijeka, Fiume, una città multietnica, plurale. Il pluralismo ha fatto parte della sua storia, una meravigliosa città croata che in passato venne occupata dal nazionalismo italiano con la scellerata marcia di Fiume e dal fascismo subito dopo, per distruggerla. Nonostante i grandi crimini compiuti e gli scempi compiuti, Fiume è sopravvissuta ed oggi, pur con fatica, cerca di ritagliarsi quel ruolo internazionale che merita. L'essere nel 2020 capitale della cultura europea ne è la dimostrazione in una Croazia che forse proprio nel 2020 finalmente potrà entrare nello spazio Schengen. Certamente la città di Fiume può fungere un importante ruolo di ponte in tal senso, tra Zagabria e Bruxelles. Una città di 130 mila abitanti circa con circa 18 mila appartenenti alle minoranze nazionali che rappresentano il 13,83 % della popolazione cittadina. Percentuali importanti. Le minoranze nazionali prendono parte alla vita pubblica della città, attraverso i consigli delle minoranze nazionali e attraverso le proprie associazioni che si adoperano per curare la lingua, i costumi, la cultura e il folclore delle minoranze nazionali che hanno una lunga tradizione di attività a Fiume.Una delle rassegne più importanti è  la “Rassegna etno” alla quale partecipano le associazioni delle minoranze nazionali che insieme ai loro ospiti rappresentano la lingua, la cultura e la tradizione della propria minoranza nazionale durante la Rassegna etno che si articola in alcune giornate di incontri. La minoranza più popolosa è quella degli odiati serbi da parte di D'Annunzio, seguita dai bosniaci, e al terzo posto c'è quella italiana, poi gli sloveni e poi tutte le altre, dai bulgari, agli albanesi, dai rom, ai russi, ecc.


Tante sono anche le associazioni di riferimento delle relative minoranze nazionali in una città dall'identità plurima anche se quella prevalente è la croata, sono diverse le lamentele che giungono soprattutto da parte italiana per il bilinguismo, ma ad oggi non c'è nessuna legge che dica che Rijeka debba essere chiamata Fiume, magari con l'essere città capitale europea della cultura qualche passo in più potrà essere fatto, anche verso il suo spirito autonomista che Fiume sta recuperando ed in questa direzione è andata l'intitolazione di una piazza a Zanella, grande autonomista fiumano e nemico di quel D'Annunzio che il sindaco di Fiume ha definito come un "tiranno". 

mb
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Commenti

  1. L'omissione alla mostra d"Annunziana a Fiume drll'italiano non ha scuse, anzi le autorita della città e la presidentessa della Croazia, dovrebbero scusarsi per tal ingiustificato errore.
    Io avendo origini croate, sospetto l'hanno fatto a proposito. È una vera vergogna!
    Forza, per poco eravate campioni mondiali di calcio. Ora è.il momento di esser 'Primi', campioni d'onore.
    Ajde hrvati, dokazite neka živi Hrvstska i njezina pravda !

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