Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

Nel giorno di San Giusto,Casapound annuncia manifestazione nazionale a Trieste. Trieste e FVG e non solo dovranno dire no

Uscita dal 2008 da Fiamma Tricolore, Casapound è una forza politica che ha fatto discutere e continua a far discutere parecchio in Italia. Noti come i fascisti del terzo millennio o dallo spirito fascista  non necessitano di tante presentazioni per sapere di chi si sta parlando. 

Una forza che forse a livello mediatico è stata sopravalutata rispetto alla sua reale consistenza e portata ma che comunque va ricondotta nelle sue giuste dimensioni e neanche sottovalutata. In FVG avevano già messo piede a livello nazionale per la celebrazione dell'entrata in guerra dell'Italia, nel centenario dello scoppio della prima guerra mondiale. Non erano più di mille, in una manifestazione che ha visto a Gorizia una risposta antifascista come non la si vedeva da decenni in regione coinvolgendo realtà anche transfrontaliere. Ed ora, a quanto pare, vogliono replicare puntando a Trieste. Che il 2018 sarebbe stato un centenario attenzionato da alcune realtà era ovvio. Agli eredi dei monarchici che verranno a far visita a Trieste e Redipuglia, che non dovrebbero avere alcuna legittimazione istituzionale, ma l'avranno, ai fascisti del terzo millennio  che per il 3 novembre, giorno del patrono di San Giusto a Trieste, vogliono fare un corteo che a detta loro "passerà alla storia".

Lo sapevamo già. Trieste ed il FVG ha fatto i conti aspramente con il fascismo che nel confine orientale ha espresso la sua reale natura brutale prima che altrove, dall'incendio del Narodni dom del '20 a Trieste, che verrà poi replicato a Gorizia nel '26, usurpando il nome dell'Italia, visto che venne fatto al grido di "viva l'Italia", passando dalla proclamazione delle leggi razziali, e nel 2018 saranno 80anni da quell'infamia di Trieste, a tutto ciò che ha comportato a livello di barbarie. I conti con il fascismo questa regione in parte li ha fatti. E la Resistenza che qui è nata è stata un vero unicum nel panorama occidentale. L'Italia forse meno, visto che non ha avuto una sua  Norimberga. Sicuramente Trieste non può dare spazio e legittimazione ad una siffatta iniziativa casapoundista. La città ed il FVG e le zone confinanti dovranno dire no all'iniziativa nazionale di Casapound a Trieste. Di motivi ve ne sono una infinità. Ad ognuno il suo. Un no che dovrà essere espressione di una pluralità di motivazioni, sotto il segno dell'antifascismo, e si auspica che possa coinvolgere, come è proprio nella dimensione e storia di Trieste, una pluralità di soggettività. Se quel giorno dovrà passare alla storia, lo passerà per il no a quella iniziativa e per la risposta che la città e questa fetta di confine orientale riuscirà democraticamente a dare.

Marco Barone 

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