La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Dallo striscione per Giulio Regeni,al manifesto della Barcolana,alla locandina sulle Leggi Razziali. Non è questo lo spirito di Trieste



Senso di fastidio, mancata condivisione, moderatamente o meno, il segnale della forbice della censura arriva. Così è stato nel 2016 con la rimozione dello striscione dalla facciata del palazzo "sipario" del Comune di Trieste per la verità per Giulio Regeni, così è stato per il manifesto della Barcolana, che è stato letto in modo politico, perchè non tutti possono essere sulla stessa barca, così è stato per la locandina che pubblicizzava un lavoro durato mesi, di alcuni ragazzi e ragazze del Liceo Petrarca di Trieste  per una mostra dal titolo "razzismo in cattedra", che è saltata a causa di una locandina che altro non ha fatto che sbattere, poi in modo neanche tanto "forte" a dirla tutta, la verità storica in faccia. Non è questo lo spirito di Trieste, almeno quello di questo secolo e quello in cui credono le nuove generazioni che vogliono condividere  internazionalismo, solidarietà, fratellanza e cittadinanza nel mondo andando oltre ogni confine e frontiera. E Trieste con la censura si è rinchiusa in uno spazio tanto ridicolo quanto antistorico che non avrà comunque futuro.
Sulle pagine del Piccolo è stata pubblicata integralmente la locandina oggetto della censura.
Marco Barone

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