Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Dalla terza guerra mondiale a pezzi al dopo Barcellona, come è cambiata la comunicazione sul terrorismo

Dopo quel maledetto 17 agosto del 2017, nulla è stato più come prima. Non solo per le famiglie coinvolte o per chi si porterà per sempre dietro la drammaticità di quell'atto, ma per come cambierà la strategia mediatica di comunicazione. Il terrorismo islamista lentamente sparisce dalle cronache nazionali. Inizia a non essere più un problema. Si era arrivati sul punto di perdere le staffe nelle città europee sempre più militarizzate. Ma il passaggio dai controlli serrati a trasformare i New Jersey in panchine è stato breve.


Certamente ha influito il quadro internazionale, l'aver demolito la roccaforte del terrorismo islamista. Però ogni volta che accadeva qualcosa si parlava fugacemente del fatto, lo si rilegava a possibile azione di qualche squilibrato, come se gli islamisti fossero equilibrati, di folle, come se gli islamisti fossero lucidi, cadevano le certezze, cadevano le prime pagine, le dirette mondiali. Per poi la notizia sparire, non sapere più la matrice, la causa, la responsabilità. Il niente. Mentre fino a Barcellona si sapeva vita e morte e miracoli di tutto. Pazzesco. Ma è quello che sta accadendo senza che nessuno si ponga alcuna domanda perchè accettato come normale in balia di una normalità che ti travolge e fa dimenticare l'incubo in cui eravamo piombati. Ma è realmente finito quell'incubo? Dopo Barcellona di fatti di rilievo vi sarà New York il 31 ottobre del 2017 nella giornata di Halloween, la notizia avrà spazio ma durerà meno del solito. Poi il vuoto per ritornare a Parigi nel maggio del 2018, a Lubeck in Germania o il 23 luglio a Toronto. Si parlerà di attentatore, ma con l'avvertenza che non si può parlare di terrorismo, mentre prima si diceva non si può escludere il terrorismo. Eravamo arrivati a parlare di terza guerra mondiale a pezzi, a frammenti. Poi, è finito tutto d'un colpo. E' stata la guerra mondiale più veloce e rapida della storia dell'umanità probabilmente.
 
Quando si era innanzi ad atti che creavano in ogni caso terrore. Comunque sia la regia mediatica è cambiata in modo radicale, perchè alcuni importanti media hanno indiscutibilmente contribuito per come gestita l'informazione ad ingigantire un fenomeno agghiacciante, a potenziarne gli effetti ed a spingere clamorosamente l'Europa verso i nazionalismi più radicali ed estremi.

Marco Barone


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