Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Migranti: il FVG si prepara a diventare una piccola fortezza nell'Europa in trincea

Il calo degli sbarchi è impressionante. Siamo quasi all'80% in meno rispetto al pregresso che comunque non aveva determinato alcuna emergenza ma semplicemente una cattiva gestione del sistema. La questione dei migranti è stata la tematica principale che ha caratterizzato la lunga campagna elettorale perchè il Paese essendo in stato di declino e non potendosi assumere le proprie responsabilità anche grazie ad operati disastrosi e sinistri di chi ha governato sino ad oggi serviva la giusta arma di distrazione di massa su cui concentrare e dirottare tutti i sensi di frustrazione dell'Italia. 
E lo strumento eccellente in un Paese dove il razzismo è sempre stato di casa, a partire da quel ridicolo non sono razzista ma,  non poteva che essere la questione dei migranti. A ciò si sono prestati corrotti, mafiosi, il business di chi vi ha mangiato e speculato, non poteva essere altrimenti prestando il fianco a chi costoro voleva colpire. Meglio parlare di migranti che di cose irrisolvibili. Come il lavoro, il debito pubblico, la scuola, la sanità, la mobilità, l'ambiente. Con la gran parte del sistema mediatico che si è prestato a tutto ciò. Ed il FVG che nella sua storia per la prima volta vede il 70% dei capoluoghi delle UTI essere a destra, gli ex capoluoghi di provincia essere a destra e la Regione essere a destra, non poteva che diventare una piccola fortezza. 
Una regione destinata allo spopolamento, tra meno di 50 anni si scenderà sotto il milione di abitanti. Che non ha mai digerito i 5000 richiedenti asilo, che vede metà della sua popolazione essere o pensionata o senza lavoro, non poteva che essere tale. Diventare una piccola fortezza credendo di essere invalicabile. Ma di fortezze invalicabili non esistono. Incrementeranno i controlli di retrovalico con Austria e Slovenia, senza dimenticare che la rotta balcanica non è mai arrivata qui direttamente, si taglieranno i finanziamenti all'accoglienza, fittiziamente diffusa, è fallita in modo clamoroso ed ha interessato pochi Comuni della regione, la gran parte hanno detto no, anche di sinistra, trincerandosi dietro scusanti burocratiche, e nasceranno centri di espulsione e detenzione perchè i richiedenti asilo in giro non li dovrà vedere più nessuno. Così nessuno potrà lamentarsi che costoro andranno ad occupare le panchine, a radunarsi in qualche bar per connettersi ad internet, a fare la spesa in qualche market, a dormire su qualche strada od occupare lo spazio d'ombra riservato a qualche friulano o giuliano doc.  Il punto è dopo i migranti, chi ci sarà? Tutta l'Europa intanto va in trincea paradossalmente proprio nell'anno del centenario della fine prima guerra mondiale. Non potrà arrivare nulla di buono da tutto ciò. Si respira aria di conflitto. 

Marco Barone

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