Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Scuola, tra dieci anni si perdono 55mila posti di lavoro?La soluzione è sempre la stessa ridurre rapporto studenti e docenti e tempo pieno

E' stato presentato uno studio della nota Fondazione Agnelli come richiamato sul Piccolo di Trieste, interessante. Fondazione che come è ben noto da tempo si interessa di questioni scolastiche e sostiene un modello di scuola che corre nella direzione del contestato e controverso sistema INVALSI, sostenuto oltre che dalla stessa anche dall'Associazione TreeLLLe e Compagnia San Paolo di Torino. Purtroppo la scuola nel corso dei decenni è stata attenzionata in cattivo modo, soggetta a riforme disastrose, l'ultima la "buona scuola" contro la quale si è registrata la più alta adesione ad uno sciopero degli ultimi decenni come minimo, la più importante di questo secolo. La scuola delle tre I di memoria berlusconiana è stata pienamente recepita dalla "buona scuola" che corre nella direzione della certificazione delle competenze, funzionali al mondo del lavoro, che su quella della effettiva conoscenza per essere cittadino consapevole. Si prospetta un quadro ben noto per i prossimi dieci anni. Ci sarà un calo di un milione di potenziali "studenti" praticamente che comporterà 55 mila posti di lavoro nella scuola a rischio senza dimenticare gli effetti dell'indotto oltre che gli ATA. Il FVG è tra le regioni a maggior rischio come è stato evidenziato, soggetta da tempo ad un calo demografico sistematico, una regione che ha un numero di abitanti di poco superiore alla sola provincia di Bologna.

In regione il calo è stato quantificato del 9% alla scuola dell'Infanzia ,17% primaria e 5% scuola secondaria di primo grado, 1% scuola secondaria secondo grado con la perdita complessiva di 681 classi/ sezioni di cui 355 solo alla scuola primaria. Un disastro enorme per una regione già in stato di difficoltà. Non fare nulla, come è stato evidenziato, comporterà un risparmio di 2 miliardi di euro annui. Tenendo conto che l'Italia nell'istruzione investe una miseria, non sarebbe una novità. La soluzione più ragionevole è quella che si propone da sempre e da sempre osteggiata per motivi incomprensibili. Ad esempio ridurre in modo sostanziale il rapporto tra docenti e studenti io proponevo un rapporto di un docente ogni 15 alunni, sarebbe l'ideale. Si propone l'aumento del numero dei docenti medio per classi. E soprattutto il tempo pieno, demolito da più parti, è l'altra soluzione efficace, diventata per torti di stato una bestemmia da esorcizzare. Cose richieste sempre da chi conosce la scuola ha a cuore le sorti della scuola pubblica e di qualità e non da chi si alza la mattina e si inventa riforme catastrofiche. Insomma, la scuola deve ritornare al centro dell'attenzione delle priorità nazionali, quanto prima.
Marco Barone 

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