Non appena si concluderà la tornata elettorale delle politiche del 4 marzo, il Friuli Venezia Giulia sarà interessato da un mese pieno, ancora, di campagna elettorale. Poi i cittadini potranno tirare un sospiro di sollievo. Dal 2007 per presentarsi alle elezioni del FVG servono tantissime firme tenendo conto della grandezza della regione che ha gli stessi abitanti quasi della sola città di Torino. Le liste dei candidati alla carica di consigliere regionale devono essere sottoscritte: - per le circoscrizioni elettorali di Trieste, Gorizia, Udine e Pordenone da un numero compreso fra 1.000 e 1.500 elettori iscritti nelle liste elettorali dei comuni delle circoscrizioni stesse; - per la circoscrizione elettorale di Tolmezzo da un numero compreso fra 750 e 1.100 elettori iscritti nelle liste elettorali dei comuni della circoscrizione stessa; - per le liste presentate dai partiti o gruppi politici espressivi della minoranza linguistica slovena e per le sole circoscrizioni elettorali di Trieste, Gorizia e Udine, da un numero compreso fra 500 e 750 elettori iscritti nelle liste elettorali dei comuni delle circoscrizioni stesse. Sono esonerate dall’obbligo di raccolta delle sottoscrizioni le liste espressione di partiti o gruppi politici che nell’ultima elezione del Consiglio regionale hanno presentato candidature con proprio contrassegno e ottenuto almeno 1 seggio.
La firma del sottoscrittore deve essere autenticata da un consigliere regionale ovvero da uno dei seguenti pubblici ufficiali: notaio, giudice di pace, cancelliere e collaboratore delle cancellerie delle corti d'appello e dei tribunali, segretario delle procure della Repubblica, presidente della provincia, sindaco, assessore comunale e provinciale, presidente del consiglio comunale, del consiglio provinciale e del consiglio circoscrizionale, vicepresidente del consiglio circoscrizionale, segretario comunale, segretario provinciale, funzionario incaricato dal sindaco o dal presidente della provincia, consigliere provinciale che abbia comunicato la propria disponibilità al presidente della provincia, consigliere comunale che abbia comunicato la propria disponibilità al sindaco del comune.
Insomma sarà un gran caos, la data delle elezioni è stata comunicata da pochi giorni, e nella pratica le liste fuori dal parlamentino regionale, vista anche la concomitanza dell'impegno con le elezioni nazionali, avranno pochissimo tempo per raccogliere una quantità sproporzionata di firme rispetto, ad esempio alle politiche del 2018.
E se a ciò si aggiunge poi la questione ponte, perchè queste elezioni cadono durante il ponte del primo maggio, che dire? Una scelta che favorirà l'astensione, già scontata e sicuramente alta e nello stesso tempo blinderà ancor di più il palazzo.
Marco Barone
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