Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

In Friuli Venezia Giulia non esistono solo Trieste o Udine




Poco più di 200 Comuni, poco più di un milione di abitanti, una regione di confine, dove esistono mille identità e peculiarità, quattro lingue ufficiali, altre decine parlate ma non ufficiali, senza dimenticare i dialetti. Una regione che non ha mai fatto i conti con la storia, una storia che non è mai stata tenera con questa fetta di terra che è un piccolo ma immenso abbraccio umano dalle Alpi all'Adriatico. Tanti Comuni, una ventina che hanno il titolo di città, ma tutto pare e continua essere o Trieste centrico o Udine centrico. Come se Trieste o Udine fossero gli unici centri di questo mondo, ed il resto non contasse nulla. Effettivamente è proprio così, il resto conta poco o nulla e questa (non) storia dovrà finire prima o poi soprattutto in un momento epocale importante dove le grandi o medie città si svuotano, e sono i piccoli Comuni, la vera essenza di questa regione a crescere ed essere la vera linfa vitale del Friuli Venezia Giulia, il cui nome è già una storia complessa, non condivisa e da mettere in discussione come il Triestecentrismo o Udinecentrismo.

Marco Barone

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