Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

Gorizia: meglio una targa a tutte le vittime del terrorismo, intanto l'IS minaccia l'Italia per natale



A Gorizia si vorrebbe collocare una targa nel parco della Rimembranza per ricordare le vittime del terrorismo islamico. Ciò non è condivisibile. Perchè non si tratta di terrorismo islamico, ma islamista. Le prime vittime del terrorismo islamista sono i musulmani. Ma qui non si tratta di fare una gara a chi più ha subito vittime, ma se avessimo chiamato terrorismo cristiano le vittime cagionate da chi ha fatto le crociate, o pensiamo agli incappucciati del Ku Klux Klan gruppi della “Christian Identity", giusto per fare alcuni esempi non esaustivi, sicuramente si farebbe o sarebbe stata una generalizzazione fuorviante e pericolosa.

Come è stato scritto da più analisti del terrorismo non conosceremo la sua fine durante le nostre vite, subirà diverse evoluzioni od involuzioni, muterà strategia, ci saranno periodi di tregua e periodi violentissimi, la paura diventerà la norma, lo stato di sicurezza minerà la libertà, perchè sicurezza e libertà non possono convivere, un compromesso è inevitabile passando dalla rinuncia di qualcosa di importante. Gli slogan sono una cosa, la realtà è ben altra cosa. Per arrivare allo stato di disinteresse nel momento in cui ti abituerai a convivere con queste situazioni. A tutti può capitare di trovarsi nel posto sbagliato nel maledetto momento sbagliato, è successo a Barcellona, in una giornata afosa, in quel maledetto 17 agosto, che ti lascerà dei segni indelebili per sempre. Centinaia di feriti, 16 morti. Bastava un qualche minuto in più o in meno e sarebbe potuta cambiare la vita di tanti. Così è stato ovunque questo terrorismo diabolico ha colpito, che trae origine dal radicalismo religioso, sperando di colmare i vuoti enormi di una società, con ideologie reazionarie, perchè è lì che ti sentirai realizzato, è lì che sarai qualcuno, perchè accetti una promessa di una vita migliore nell'oltre mondo che una vita infernale in questo mondo. Tanti perchè, tante motivazioni, ma che nel corso del tempo e della nostra storia hanno avuto una sola costante, in tutte le forme di terrorismo, politico o religioso, o senza colore, colpire soprattutto i civili indifesi. Il terrorismo è sempre stato un mero atto di guerra conseguente forse ad una guerra più grande, non sempre dichiarata ed effettuata con i metodi convenzionali. E' più giusto dedicare una targa alle vittime di tutti i terrorismi, con una chiara convergenza politica, e non dedicare una targa alle sole vittime del terrorismo "islamico", perchè così si farebbe un danno. Intanto, le nostre città sono sempre più "blindate" anche visivamente, mentre l'IS continua a minacciare l'Italia, invitando a colpire durante queste vacanze natalizie, come ha reso noto SITE che monitora il terrorismo globale, ma di ciò non se ne è data notizia, meglio non sapere.

Marco Barone

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