Lo spirito di solidarietà del Friuli

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  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

E se la chiamassimo regione Friulia?





La nascita del Friuli-Venezia Giulia per poi diventare, per svista o non svista, Friuli Venezia Giulia, un trattino comunque che continuerà ad esistere fino a quando questa regione continuerà a chiamarsi così, coincise con i cent'anni dell'affermazione della Venezia Giulia di concezione ascoliana.  
E' un dibattito oramai secolare quello sul senso della Venezia Giulia, se un senso possa averlo o non averlo, una denominazione che è un gran pasticcio storico e che oggi non avrebbe forse più alcuna cittadinanza stante anche gli accadimenti successivi alla seconda guerra mondiale e perdita di parte di quelle terre, a causa del fascismo, state italiane per pochi decenni, che completavano l'immaginaria Venezia Giulia.
Non me ne vogliano gli amici friulani e giuliani o triestini, in una regione complessa dove la sintesi rischia di essere una bestemmia  e di essere più esclusiva che inclusiva, pensiamo al carnico, al bisiaco, ai pordenonesi  che difficilmente si sentono inclusi nella semplificazione di Friuli o Venezia Giulia. Una regione composita, un puzzle con tante identità, piccola e difficile e probabilmente con la proposta, chiamiamola così, che formulerò ora, avrò forse il merito di far unire più che mai friulani e giuliani, nella loro reazione, perchè difficilmente accetteranno di fondere i loro due mondi in un solo nome condiviso.
Una sintesi non perfetta ma efficace potrebbe essere Friulia. E' un nome che già esiste, si chiama così ad esempio la Finanziaria, costituita dalla Regione Friuli Venezia Giulia il 10 aprile 1967, che ha il compito di contribuire, nel quadro di una politica di programmazione, alla promozione dello sviluppo economico della regione. Un nome che unisce l'intera regione ed è la sintesi tra Friuli e Giulia, ciò perchè gli abitanti della Venezia Giulia, pur essendo in prevalenza triestini, vengono chiamati come giuliani, mica veneti giuliani e non li si può neanche chiamare tutti triestini, perchè non lo sono. Il problema si porrebbe  ad esempio, come già succintamente evidenziato, per zone altrettanto identitarie come la Bisiacaria, zona cuscinetto, per alcuni è friulana, per altri giuliana, nel dubbio è terra di nessuno, solo bisiaca. Sparirebbe conseguentemente anche l'acronimo, bello e diffuso di FVG, perchè ovviamente non avrebbe più alcun senso. Oppure, come è stato proposto in rete potrebbe essere FriulGiulia. In un contesto dove se è più semplice mettere in discussione l'artificio antistorico della Venezia Giulia non lo è e non può esserlo per quello del Friuli, ma per quanto tempo ancora questa regione continuerà a chiamarsi Friuli Venezia Giulia? Buona meditata o impulsiva reazione. 

Marco Barone


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