La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Per la prima volta nella storia di Ronchi arriva l'antimafia


No, nessun effetto  cinematografico. Niente sirene spiegate, palette fuori dall'auto in corsa. Niente poliziotti con il passamontagna. Ma in una regione come il Friuli Venezia Giulia non più isola felice, ma presa di mira dalla camorra e dalla 'ndrangheta in particolar modo ,quando si realizzano cantieri ed opere di una certa rilevanza bisogna metterlo in conto. Cosa? L'accesso del gruppo interforze che ha la scopo di intervenire per prevenire infiltrazioni mafiose nei pubblici appalti. 

Il prefetto dispone accessi ed accertamenti nei cantieri delle imprese interessate all'esecuzione di lavori pubblici, avvalendosi, a tal fine, dei gruppi interforze  ed al termine degli accessi ed accertamenti disposti dal prefetto, il gruppo interforze redige, entro trenta giorni, la relazione contenente i dati e le informazioni acquisite nello svolgimento dell'attività ispettiva, trasmettendola al prefetto che ha disposto l'accesso. Il prefetto,  una volta acquisita la relazione, valuta se dai dati raccolti possano desumersi, in relazione all'impresa oggetto di accertamento e nei confronti dei soggetti che risultano poter determinare in qualsiasi modo le scelte o gli indirizzi dell'impresa stessa, elementi relativi a tentativi di infiltrazione mafiosa o meno. Ed ovviamente nel caso di risultanza positiva scatteranno una serie di provvedimenti. 

In Italia gli accessi ai cantieri annuali sono mediamente poco meno di un centinaio, in FVG nel 2016 risultano 2 accessi ai cantieri con 64 persone fisiche, 14 imprese e 75 mezzi controllati e la media è più o meno questa, di due o tre accessi ogni anno in regione da parte dell'antimafia. 

E per la prima volta nella storia del comune di Ronchi, come si è appreso, ciò è accaduto anche qui. Sul Piccolo è emerso che vi è stato l'accesso al cantiere del polo intermodale, opera importante da diversi milioni di euro. Non si tratta sicuramente di un controllo di routine, perchè non lo è.  
Un controllo dovuto e che si auspica possa dare risultanze negative, nel senso di non essere soggetto ad alcuna ingerenza mafiosa. E l'articolo pubblicato sul Piccolo, di Luca Perrino, è rassicurante in tal senso. Comunque è un controllo che ha segnato un precedente in questo territorio.  
Attività di monitoraggio mirata verso uno dei cantieri più importanti attualmente operanti in Friuli Venezia Giulia.  Attività di controllo che ha voluto lanciare anche un segnale chiaro. 
Certo, la cosa migliore sarebbe costituire a priori specifici patti di legalità per prevenire infiltrazioni mafiose, in una regione che inizia a prendere pienamente coscienza del problema delle mafie e che inizia a dotarsi anche a livello regionale di significativi strumenti di contrasto, almeno sulla carta.

Marco Barone 

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