Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Il summit di Trieste sui Balcani che blocca una città, ma riunitevi,se necessario,via Skype o su qualche nave



Come è noto a Trieste si svolgerà un meeting sui Balcani Occidentali, zona dell'ex Jugoslavia che ha più di 20 milioni di abitanti ed include Paesi come Macedonia, Montenegro, Albania, Serbia, Kosovo che attendono in un certo senso di entrare in Unione Europea. Questo summit sui Balcani Occidentali è certamente un passo, ulteriore, per tale inclusione, che si afferma proprio nel momento in cui i rimpianti verso la Jugoslavia incrementano.  Anche se a dirla tutta l'Europa in questo periodo storico ha dimostrato tutta la sua viltà sulla questione dei migranti e l'Italia, nonostante tutto quello che accade nelle nostre città, è diventata una santa in tale situazione a dir poco agghiacciante. Roba da non credere. Senza dimenticare che in via generale il numero delle procedure a carico dell'Italia sono 66, 53 per violazione del diritto dell'Unione e 13 per mancato recepimento di direttive.  Violazioni che vanno dalla questione ambientale, alla giustizia. Così come a dirla tutta forse quello che l'Europa evidenzia è il suo reale animo, e quanto accaduto nel '900, ad esempio, non è stata mica una violenta e brutale sterile eccezione. L'Europa è questa e paga oggi anche le conseguenze del suo spirito coloniale con le sue varianti che si son come realizzate nel corso dei secoli. Mentre l'Europa si chiude, vi è chi vorrebbe entrare e quello che si teme è che nell'Europa dell'austerità queste realtà possano economicamente semplicemente subire una mazzata definitiva e chi ne pagherà il prezzo più caro saranno come sempre i lavoratori e le fasce sociali più deboli e meno protette. Sarebbe logico prima cambiare il corso dell'Europa e poi discutere e proporre nuove adesioni. Altra cosa che lascia perplessi è la necessità di fare questo summit a Trieste bloccando letteralmente la città. Per cosa? Quale ritorno avrà Trieste? Essere citata per un secondo in qualche Tg?
In qualche articolo? Si poteva ottenere lo stesso risultato, senza penalizzare i cittadini, facendo un summit usando le nuove tecnologie, oppure riunendosi su qualche nave, magari nelle acque di Trieste se lo scopo era quello di far citare Trieste per qualche secondo. Ma la logica della zona rossa e di continuare a bloccare le città continua ad affermarsi in un modo del tutto irrazionale con grande dispendio di risorse pubbliche ed energie lavorative ed importanti penalizzazioni per i cittadini.

Marco Barone

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