Più
eventi, più fatti divisi,
indipendenti, ma
che rientrano
tutti nel
contenitore
dell'indecenza sociale
nella quale
viviamo, sono
quelli che
si son
verificati in
poco tempo
tra il
territorio di
Trieste e
l'Isontino. Dal
caso di
Staranzano dove
dopo l'unione
civile arriva
la scomunica
“Non ci
sono più
le condizioni
per fare
l’educatore
nel gruppo
scout”. Nella
società del
"creazionismo"
dove la
donna deriverebbe
dalla costola
di Adamo,
e dove
Maria sarebbe
rimasta incinta
per via
dello spirito
santo, che
aspettarsi? La
religione può
avere il
suo credo,
ma quando
questo credo
diventa discriminazione,
viene strumentalizzato,
viene interpretato
in modo
rigido ed
arcaico è
la religione
che si
pone in
contrasto con
la nostra
Costituzione , con
i diritti
umani. E'
la religione
che si
pone fuori
dal nostro
tempo. Quando
nella nostra
Costituzione si
parla di
famiglia come
società naturale
non si
intende mica
quello che
pensano i
"credenti". Si
intende società
autonoma rispetto
allo Stato,
che merita
rispetto e
tutela e
non si
parla di
uomo e
donna. Il
futuro non
è il
creazionismo
isolazionista di
Adamo ed
Eva, concezione
poi altamente
maschilista della
società con
la donna
succube dell'uomo,
ma il
futuro si
chiama rispetto
per la
dignità umana,
per l'amore,
e questa
chiesa non
insegna all'amore,
ma all'intolleranza
se continua
a perseverare
su questa
nefasta e
cupa strada.
A Monfalcone
si registra
l'ennesimo atto
di ostilità
contro i
bengalesi. Certo,
è vero
che il
campo di
cricket degno
di questo
nome non
l'avevano prima
e figuriamoci
oggi, con
un contesto
politico più
destro, ma
ricorrere alla
fantomatica burocrazia
per escludere
e non
per includere,
ciò diventa
inaccettabile. E
l'ambito dell'esclusione
è avvenuto
nel peggiore
dei contesti,
quello della
festa dello
sport. Condivisione
dei valori sociali importanti
di fratellanza,
libertà, solidarietà,
di rispetto?
Valori sempre
più astratti
nella società
odierna, dove
provocazioni
ed atti
irrispettosi si
scagliano anche
contro i
simboli. Come
il cartello
stradale che
segna l'ex
provincia di
Gorizia a
Soleschiano di
Ronchi, le
scritte in
sloveno e
friulano sono
state cancellate,
come il
cartello del
fiume Isonzo, a
Gradisca, la
cui nuova
dicitura fiume
sacro ai
popoli di
europa è
stato vandalizzato
con la
vecchia ed
anacronistica dicitura
fiume sacro
alla patria.
Quella patria
che oggi
non si
sa più
cosa rappresenta,
una patria
che si
è anche ribellata
al fascismo
ad un
prezzo carissimo
ed ancora
oggi, come
accaduto a
Muggia Vecchia, si deve assistere all'offesa che si realizza nei
confronti dell'antifascismo, visto che qualche disgraziato ha rotto e
lordato la targa del cippo dedicato a Libero Mauro, l'operaio
antifascista di Chiampore fucilato dai nazisti. Ed il tutto proprio
nel momento in cui si deve assistere a Trieste all'ennesima morte
sul lavoro di un operaio, perchè in questa società si muore ancora
sul lavoro.
Marco Barone
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