Maggio 1948: il primo treno d'Italia a Monfalcone dopo la guerra

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Poche ore dopo l'insediamento del primo Presidente della Repubblica, a Trieste, giungeva il primo treno d'Italia, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Treno che passava chiaramente anche dalla stazione di Monfalcone, come testimonia un breve fermo immagine tratto dal prezioso video dell'archivio dell'Istituto Luce. Il video interessa l'i naugurazione della linea ferroviaria Venezia-Trieste. Fu un fatto storico di estrema importanza, un piccolo segnale di ritorno alla normalità in un Paese ridotto in macerie a causa della seconda guerra mondiale. Le ferrovie sono sempre state importanti nel nostro territorio, soprattutto grazie agli investimenti originari effettuati dall'Impero asburgico. Nel 1854 venne infatti aperta la linea da Trieste a Vienna  attraverso il Semmering. Il progettista fu il veneziano Carlo Ghega, a cui a Trieste è dedicata una via in città, linea di 14 gallerie, una delle quali raggiungeva la lunghezza di  ben 1431 m, con 16 viadotti e

A Trieste e Gorizia esplode l'austronostalgia

Wu Ming 1, scriveva: "Se devo scegliere tra sparare agli Asburgo in nome dei Savoia e sparare sui Savoia in nome degli Asburgo, grazie, ma preferisco sparare su entrambi. Come si legge nel Re Lear, “il tempo della vita è breve, e se viviamo, viviamo per calpestare i re”."E' innegabile che tra Gorizia e Trieste vi sia ancora una sorta di austronostalgia, anche se a dirla tutta non riesco proprio a capire come si possa essere nostalgici di un qualcosa che non è mai stato vissuto, forse ereditato a livello di testimonianza, letto nei libri, od esaltato in alcuni testi. Poco importa. E spesso ci si diverte a giostrare tra chi fosse meglio, i Borboni o gli Asburgo? E vai con l'elencazione delle opere, e delle solite ridondanti questioni . Solo che nel momento in cui implodono i nazionalismi, traballa l'ideale di Europa anche per responsabilità enormi di chi ha guidato l'Europa contro un muro di cemento armato a velocità folle, in questa piccola fetta di territorio italiano l'austronostalgia non solo non è mai tramontata, ma ora pare proprio esplodere. 
A Gorizia, ad esempio, sono stati ricevuti recentemente con tutti gli onori gli eredi di  Carlo X di Borbone. Gorizia fu la città dell'esilio per i Borboni e per l'ultimo re di Francia di questa casata che morì il 6 novembre 1836 nel Palazzo Coronini. E vi è che ha proposto di dedicargli la cittadinanza onoraria, intanto, arriverà la sagoma parlante di Carlo X.
E se non bastasse, come ha reso noto il Piccolo il 22 marzo, partirà una colletta pubblica "come regalo per il trecentesimo genetliaco. Si è costituito il 14 marzo scorso il “Comitato per l’erezione di un monumento a Trieste alla memoria di Maria Teresa d’Austria”.

Nello Statuto si legge che  "E' un Comitato libero e spontaneo, senza scopo di lucro, apartitico, aconfessionale, non assistito e direttamente orientato all'unica ed esclusiva finalità di concorrere in ogni forma all'erezione di un monumento alla Memoria di Maria Teresa d'Austria a Trieste, nell'ambito dei festeggiamenti per il 300° anniversario della sua nascita (13.5.1717-13.5.2017)." L'Art. 8 dello Statuto recita: "Possono essere Aderenti del Comitato tutti i soggetti pubblici e privati, persone fisiche o giuridiche che, condividendone le finalità istituzionali e volendo contribuire alla realizzazione di un monumento a Trieste alla memoria di Maria Teresa d'Austria, desiderano partecipare alla sua costruzione [...]".

Intanto qualcuno ha fatto notare che la tessera realizzata ad hoc andrebbe scritta anche nelle diverse lingue parlate a Trieste, sloveno e tedesco in primis





Operazione legittima, ci mancherebbe. E la cosa interessante è che l'inaugurazione dell'eventuale monumento a Maria Teresa, dovrebbe cadere nel 2018, cioè quando ci sarà il centenario della conquista di Trieste da parte dell'Italia, contro una guerra catastrofica attuata proprio contro l'Impero Austro Ungarico, che ha avuto responsabilità enormi e criminali.
D'altronde Trieste e Gorizia hanno fatto parte dell'Impero per diversi secoli, fino a quando non si raggiungerà la parità di permanenza nell'Italia, sarà a livello temporale una sfida impropria. E se tornassero i re? Gli imperi? Forse qualcuno a Trieste e Gorizia ne sarebbe felice, il popolo, quello vero, quello che non ha mai avuto benefici reali, sarà altrettanto contento? Vivrà nella felicità dell'Impero caduto e resuscitato come Cristo? Dopo una passione durata più di cent'anni? A quando le scritte sui muri viva il re? Viva l'imperatore? Viva la regina? Ricordare è importante, ricordare in modo critico è necessario, ma celebrare, oggi, un passato fatto di imperatori e regine e re, mi pare una cosa veramente allucinante.

Marco Barone 

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