Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

Immagine
Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Gorizia tra le grandi e piccole incompiute e la questione "dimenticata" della centrale a biomasse


Veniva richiesta una proroga per motivi burocratici per l’ottenimento degli incentivi per la produzione di energie rinnovabili e la Provincia di Gorizia, che ha dato il via libera alla centrale a biomasse, verificata la regolarità di detta richiesta autorizzava nel 2016 la Società Rail Services s.r.l. Impianto denominato “Rail Nord" di prorogare di anni 1 (uno) il termine di inizio dei lavori e dunque sino al 7 luglio 2017. Sembra essere calato uno strano silenzio verso questa combattuta centrale divenuta anche politicamente imbarazzante per una certa sinistra, se così si può dire e la si può chiamare. Si avvicinano le amministrative ed uno dei punti nodali, da affrontare politicamente e dal punto di vista programmatico, riguarderà anche la questione biomasse, e si dovrà capire anche come si muoveranno le varie "liste" in campo verso tale centrale, che sembra essere stata dimenticata, ma così non è sicuramente per i comitati che si son battuti contro tale struttura che dovrebbe sorgere a Gorizia e certamente, come è noto, in un luogo pienamente e totalmente non isolato, anzi. Gorizia con le piccole e grandi opere, in questo periodo, pare fare a cazzotti, pensiamo alla questione del piccolo aeroporto, alla questione Pipistrel ed ovviamente all'ascensore che non c'è che fa una bella concorrenza all'isola che non c'è di Peter Pan, e certamente  a quello di Pizzo Calabro, città dove perse la vita Murat, ma nonostante la distanza considerevole, unita a Gorizia, da questa illuminante opera moderna e colata di cemento color bianco che ha semplicemente distrutto esteticamente uno degli angoli più suggestivi del centro città. Insomma di tutto e di più, senza colore politico, ma non verranno certamente rimosse le responsabilità politiche di chi ha voluto, difeso e sostenuto certe e date opere, le amministrative non son mica il giorno del perdono, ma il giorno che dovrà, tramite il processo democratico del voto, sancire  se Gorizia dovrà, ad esempio, continuare a rimanere senza un punto nascita o meno. Decidere se Gorizia dovrà saldare i rapporti con Nova Gorica o chiudersi in un nuovo muro, decidere se l'ambiente è una roba con cui sciacquarsi la bocca per farsi belli innanzi allo specchio dell'autoreferenza o una cosa seria, decidere se la storia deve diventare occasione per far divenire Gorizia città europea o una piccola fortezza nazionalistica medievale, decidere se la cultura deve essere una cosa per tutti o elitaria, se l'accoglienza e la solidarietà devono essere una spina nel fianco o stimolo per il miglioramento dei diritti umani, decidere se deve essere una città di servizi, turistica, dello sport, o industrializzata, in una società dove sussiste un forte processo di deindustrializzazione, decidere  se la vera economia di Gorizia in primo luogo, deve essere la cultura, l'arte, il proprio patrimonio storico ed artistico, la conoscenza o la rincorsa a grandi e piccole opere utili per pochi, inutili per la collettività. I programmi sono fondamentali, ancor di più dei nomi chiamati a rappresentare ed unire determinati intenti politici. Sarà la coerenza a sancire il futuro immediato di Gorizia, potrà essere una coerenza nel nome del mantenimento dello status quo, o del cambiamento soft o radicale, questo spetterà ai goriziani deciderlo.
 
Marco Barone

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot