Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

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  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

L'Isonzo blindato per la questione migranti. Se la Regione viene in soccorso del Comune di Gorizia

Il Papa Pio XI una volta disse "A pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina", frase che poi venne fatta propria dal noto Andreotti. Ecco, sorgono alcuni sospetti, diciamo così, sia sul tempismo, sia sulla risposta che la Regione del FVG vorrebbe dare al Comune di Gorizia in merito alla questione della presenza di alcuni migranti che continuerebbero a frequentare le rive dell'Isonzo. L'Isonzo è il fiume con il colori più belli del mondo, dicono. Ed è vero. Ma questa bellezza non può essere per tutti. Son mesi e mesi, se non anni, che si è denunciata l'assoluta necessità di provvedere alla dovuta informazione e formazione nei confronti dei migranti sulla pericolosità di quel meraviglioso fiume.Vi sono sono state già due vittime, anche se sono da valutare diversamente. Sicuramente la morte di Taimur è quella che ancora oggi fa incazzare di più, perchè poteva essere evitata? Nell'attesa che la Magistratura dia una risposta anche a questa domanda, in relazione al noto esposto, complesso, che affronta diversi punti, l'esito di una eventuale richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di qualche o più soggetto individuato come responsabile od archiviazione dovrebbe essere questione di settimane, salvo rinvii. Quello che si è denunciato pubblicamente, in merito alla brutta vicenda che ha interessato il ragazzo di 25 anni, Taimur, è che era ben nota la situazione, era ben noto il luogo ove i profughi, richiedenti asilo, migranti si recavano nei pressi dell'Isonzo. Fiume che è altamente pericoloso per le sue correnti, per le possibili ed improvvise ondate di piena. Non risultava allora l'adozione di alcun provvedimento informativo o dissuasivo nei confronti dei richiedenti asilo, per avvisarli sulla pericolosità di quel fiume, che può essere anche nota ai goriziani, ma difficilmente può essere nota a chi non conosce la particolarità di questo fiume.  Dopo la "cazzata" palliativa ed anche orrenda dal punto di vista estetico, che avrebbe fatto concorrenza alla demenza politica che ha trovato corpo in Slovenia, Croazia, Austria, Ungheria, in materia di muri, reticolati, anti-migranti, adesso si propone l'intervento della forestale che come è noto è un corpo ora assimilato dai Carabinieri. E tra le cose che hanno colpito di più, tra le dichiarazioni emerse è che sarebbe stato riconosciuto, dalla Regione, di essere proprietaria parzialmente dell'area oggetto della "contesa". Certo, politicamente i rapporti tra Regione e Comune di Gorizia ultimamente non sono "ostili" basta pensare alla questione delle UTI. Ma come interpretare questa risposta della Regione? Un soccorso, parziale, che risponde a quanto denunciato? Una assunzione di responsabilità per quanto accaduto? Un soccorso, comunque tardivo, perchè Taimur non c'è più. Il tempo risponderà. Quello che è certo è che ci si deve chiedere perchè i migranti continuano a svolgere determinate attività nei pressi del fiume? Sostituire l'assurdità del recinto con il corpo ed il lavoro della forestale, sarà certamente "utile" per ostacolare la realizzazione di determinate attività pericolose ed improprie, purché questo non significhi complessivamente vietare le rive dell'Isonzo ai migranti, quello che serve è informazione e prevenzione, poi ognuno sarà responsabile delle proprie azioni, non si può pretendere di blindare ogni cosa, ogni situazione. Sarebbe ingiusto, ed anche pericoloso per la condivisione del bene comune.

Marco Barone

 

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