Finalmente si ritorna a parlare di scuola dopo il caso della maturità

La reazione spropositata che si è registrata per la questione dell'orale all'esame di maturità,dimostra che in Italia bisogna riprendere in mano la questione scuola con una profonda rivoluzione culturale stile '68 quella che fa tanto paura a chi ideologicamente sta impostando da tempo una scuola pubblica sempre più votata a servire il sistema che a forgiare menti critiche e pensanti. Ordine, disciplina e non pensiero critico. Il dissenso? Si reprime. Finalmente si ritorna a parlare di scuola dove i problemi di ieri sono rimasti irrisolti a cui si sono sommati quelli della società più spietata e individualista di sempre. L'autorevolezza a scuola non la si ottiene solo aumentando gli stipendi del personale. Che sono bassi per non dire indecenti se si pensa a quelli degli ATA. Il rispetto non lo si ottiene inasprendo le norme. La scuola di oggi è un supermercato dove le famiglie hanno un potere di ingerenza spropositato. Addirittura adesso possono anche scegliere il docent...

Bombardare la Libia rischia di esporre l'Italia ad attacchi?



Su richiesta del "fantoccio"sbarcato in Libia e voluto dall'America, inizia l'operazione anti ISIS, effetto collaterale delle mostruosità capitaliste occidentali in quelle zone, in Libia. Ed ovviamente l'Italia è in prima fila. L'America chiede? L'Italia concede. 
D'altronde questo è il prezzo che si continua a pagare per aver scelto la non autonomia e non indipendenza da chi ha certamente dato un contributo per liberare il nostro Paese dal nazifascismo, ma che non ci ha pensato mica due volte a fare il patto con il diavolo pur di fermare il "pericolo" comunista. Una lunga e sottile e visibile linea continua di cui paghiamo ancora oggi gli effetti.  
La guerra contro l'ISIS è impari. 
Certo, è vero, lo si è fatto crescere, lo si è sostenuto economicamente, con le armi. Erano ed in parte lo sono ancora una massa di ridicoli, basta vedere i loro video che circolano in rete, nessuno li prenderebbe mai sul serio, per quanto sono pagliacci, eppure, anche il pagliaccio dell'ISIS non fa più ridere, fa solo spaventare e tremare.
Perché i loro adepti e soldati colpiscono dove vogliono, come vogliono e quando vogliono, nel nome del loro dio, anche se le vere ragioni sono economiche, geopolitiche,  e colpiscono i civili, anche con mezzucci ma letali. E tale letalità rischia di essere ancora più diabolica nel momento in cui tale stravagante forza è in difficoltà, come pare essere da diverso tempo. 

L'ISIS colpisce come colpivano i tedeschi, nel senso delle rappresaglie, e con lo stile dei terroristi fascisti.
Certo, l'esempio che si usa per elogiare i servizi segreti italiani, è il contrasto sul modello BR. Ma le BR non colpivano civili, colpivano obiettivi chiari e precisi. Ma del terrorismo nero non si parla mai, si parla solo, di quello certamente becero funzionale alla distruzione dell'idea comunista, quale quello rosso. Sono in tanti a pensarlo. Se l'ISIS fino ad oggi non ha colpito in Italia non è solo per merito del lavoro dell'intelligence, ma perché l'Italia non aveva ancora colpito con le armi l'ISIS o fornito un chiaro supporto come avverrà ora per la questione libica. L'ISIS ha colpito soprattutto nei Paesi che hanno attaccato l'ISIS con le loro armi . L'intelligenza vorrebbe una strategia diversa. 
Ma nel Paese dove si dice che con la disastrosa riforma costituzionale si potrà sconfiggere l'ISIS, strumentalizzando un mostro nazista, per ragioni interne, che non hanno nulla da spartire con l'ISIS, cosa altro aspettarsi? Sicuramente cattivi pensieri.
L'uso della forza non ha mai portato a nulla in casi come questi. Violenza porterà altra violenza, sangue, altro sangue e politiche securitarie, e reazionarie.
L'Occidente capitalista dovrebbe valutare altre strategie per domare e contrastare quel mostro nazista che ha partorito, sicuramente non quello della guerra. Se l'ISIS colpirà in Italia, se ci saranno delle vittime, se innocenti perderanno la vita o patiranno drammi enormi per tale scellerate politiche, la responsabilità  sarà certamente anche di chi ha deciso di sostenere i bombardamenti in Libia. Tanto detto, incrociamo le dita, e speriamo di non dover vivere nel nostro Paese mai nulla del genere, ma non si può sempre continuare a sperare nella fortuna, perché ciò è una follia. Ma la via del buon senso pare essere stata smarrita. D'altronde si deve pur dare un senso agli eserciti, alle spese militari, alle armi? O no? 

Marco Barone 

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