La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

" La direzione giusta" a Trieste? Essere circondati da alcuni nostalgici e simboli del ventennio


Una bandierina tricolore, nella cui parte centrale domina l'aquila, bandiera che non dovrebbe più esistere sulla faccia della terra e che di storico non ha un bel niente. In Italia è normale essere denunciati per vilipendio al tricolore se si sventola la bandiera della formazione partigiana della Brigata Garibaldi, quella con la stella rossa al centro, denunce che poi ovviamente vengono archiviate, mentre se si espongono simboli del fascismo o che manifestano nostalgia nei confronti di quel periodo, tutto ordinario, tutto normale. Normale è che ancora in alcune iniziative politiche e di carattere "storico" o meglio visto il caso di cui ora trattasi pseudo-storico, ci siano i simboli di associazioni nostalgiche del ventennio.
Pare che questa sia la direzione giusta per Trieste, no? Così come normale è che puntualmente delle rappresentanze istituzionali ed amministrative, partecipano a certe iniziative ove alcuni simboli del ventennio ci sono, come se fosse tutto una cosa banale, da niente.

Il Comune di Trieste rappresentato da un consigliere Comunale, la Provincia di Trieste da un suo assessore. Davvero complimenti. Siete meravigliosi. Una meraviglia della coerenza nella città ove è nato il revisionismo storico. Nulla da eccepire. D'altronde è già grave che a livello istituzionale si possa legittimare una iniziativa antistorica come quella sul 12 giugno del 1945 a Trieste, giorno dove in relazione ai noti accordi di Belgrado i Partigiani Jugoslavi cederanno l'amministrazione provvisoria della città alle truppe angloamericane. La festeggiano come giornata della liberazione, ma liberazione di cosa? Visto che Trieste continuava ad essere occupata fino al 26 ottobre del 1954? L'intento è chiaramente anticomunista se non antislavo, oltre che tipico del peggior revisionismo storico. Tanto che molti di quelli che promuovono queste iniziative non festeggiano il 25 aprile come giorno della liberazione. Robe ufologiche verrebbe da dire, invece a Trieste continua ad essere la normalità, una normalità che continua a nuocere. Sulla questione della targa sul 12 giugno rinvio a questo intervento: Trieste e la targa della “falsa” liberazione del 12 giugno 1945, alcune menzogne dei 42 giorni di Trieste ed a questo: Quel cippo fazioso sul 12 giugno del 1945 a Trieste costato 8mila euro.

Ed in rete, la rete che va oltre ogni censura, si è già innescata una potente macchina della denuncia grazie ad alcuni giapster e Wu Ming....


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