Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

La Lega nazionale deve chiedere scusa per le sue battaglie contro il bilinguismo



Nel passato recentissimo, nella peggior bestemmia della storia, la memoria condivisa, pilastro fondamentale del revisionismo storico si è aperto e facilitato un rapporto, funzionale al nazionalismo ed all'anticomunismo ed al revisionismo storico. Memoria condivisa, ergo memoria nazionalistica, anti partigiana, o meglio contro i partigiani comunisti e partigiani comunisti filo Jugoslavi e contro quell'ANPI che è ancora indipendente da certe logiche nazionalistiche e non solo. Basta vedere chi ha sostenuto la Legge sul giorno del ricordo o chi oggi si schierato anche nel e con un certo PD per capire il tutto. Passano gli anni, perseverano i disastri istituzionali in tale chiave, e poi arriva il grande rottamatore. Giovane, audace, anticomunista, promette miracoli, ma alla fine l'unica cosa che ha realmente rottamato o meglio demolito sono le conquiste del '68 facendo passare per vecchio, antiquato, ciò che è costato fatica, sudore, lotte, ed ancora oggi inattuato ed attuale e l'ideologia. Il grande rottamatore o meglio demolitore del '68. Ed arriva dopo il ventennio berlusconiano il renzismo che si pone in continuità con il suo predecessore, osando ciò che Berlusconi non aveva osato, perché ora il renzismo ha la copertura da "sinistra" percorrendo quel campo seminato e coltivato da Berlusconi per due decenni. Nel mentre di tutto ciò Casapound cresce, apre sedi ovunque, anche dove non ha un gran numero di militanti. A Gorizia l'attuale presidente della Lega Nazionale, ignoto ai più salvo che per alcuni per le sue attività sportive, diviene nel maggio del 2013, appunto, presidente della Lega Nazionale.Ed il Piccolo nel mese di ottobre 2013 lo presenta in un sintetico trafiletto come " renziano della prima ora"e coordinatore del comitato renziano locale. Nei luoghi di confine, si dirà, si perde ogni logica. Visto che sarà interessante notare come i contenuti usati da questo Presidente della Lega Nazionale di Gorizia per attaccare l'ANPI saranno simili a quelli poi usati da Casapound, quando si dice che l'ANPI deve andare fuori dalle scuole. Così come interessante sarà la vicinanza che questa Lega Nazionale goriziana ha con quella triestina nei rapporti con i nazionalisti di Trieste pro patria, di cui uno dei fondatori è noto per il suo passato nella fiamma tricolore ed uno dei suoi sostenitori per il suo essere ex avanguardista nazionale.
Invece no. Tutto ha una logica che dequalifica una certa sinistra, che farebbe bene a rivedere alcuni rapporti, viste anche alcune strane situazioni maturate tra alcuni iscritti del Pd e casapoundisti anche nel resto d'Italia, che vede un solo blocco, grigio tendente al neraccio, nel nome del nazionalismo, cancro di ogni civiltà. Come è noto il simbolo delle violenze subite soprattutto dalla importante comunità slovena è l'incendio del Narodni dom, avvenuto nel luglio del 1920. Quando ancora la marcia su Roma non era accaduta, mentre era avvenuta quella su Fiume che ha anticipato quella su Roma e che vedrà il dannunziano Giunta che diventerà anche segretario del PNF essere in prima fila nell'assalto al Narodni Dom. Cosa che si replicherà a Pola. E poi a Gorizia, questa volta sotto il pieno fascismo il 4 novembre del 1926, al grido di viva l'Italia colpendo il Trgovski Dom. Ora la Lega Nazionale è sempre stata in prima fila contro il bilinguismo. Non solo nei tempi che furono ma anche nel recente passato. Basta andare sul loro sito e vedere tutte le assurdità che scrivono contro il bilinguismo. Il bilinguismo è la forza di questo territorio, deve essere rinforzato, sostenuto e difeso senza alcuna condizione, altro che attacchi scellerati.  La Lega Nazionale deve chiedere scusa per le sue battaglie vergognose contro il bilinguismo. E vi assicuro che questo pensiero è molto diffuso, e non solo in tutti i luoghi in cui teniamo dibattiti storici sulle vicende del confine orientale, che vedono le sale essere sempre piene non solo di persone ma anche di contenuti. Purtroppo oggi siamo circondati da persone che oramai sono fuori dal tempo e dalla storia e che in modo incomprensibile continuano ancora a trovare spazio, anche se ridotto rispetto al passato.

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