Il corpo di Giulio Regeni veniva fatto ritrovare nel primo giorno della presenza dell'ex Ministro dello Sviluppo Economico On. Federica Guidi in Egitto. Era prevista un visita ufficiale il 3 e 4 febbraio 2016 a capo di una delegazione formata da imprenditori italiani. Lo scopo della visita era quello "di esplorare i vari modelli di business e le opportunità che possano rafforzare le relazioni economiche tra i due Paesi. L'ufficio Commerciale del Consolato d'Egitto a Milano rendeva noto che l'invito era esteso ad aziende del settore energia, costruzioni, automotive e componenti auto, agroalimentare, tessile e abbigliamento, gomma e plastica e chimica di base. Sarebbe interessante sapere quali aziende ed imprenditori erano presenti quel giorno in Egitto. Come è noto la verità tarda ad arrivare, anche se noi italiani siamo gli ultimi a poter dare lezioni in tal senso, visti tutti i depistaggi che hanno caratterizzato il periodo della strategia della tensione e visto che ancora delle verità, degne di tal nome, su tanti fatti nostrani non ci sono, almeno sul caso di Giulio Regeni, che questa verità, che più o meno si è intuita, possa arrivare. Ma fino a quando non arriverà, o meglio, non verrà conquistata, ogni rapporto economico e commerciale e politico con l'Egitto andrebbe rivisto. In rete
ho trovato un documento dal seguente tenore: "La Camera di Commercio di Gorizia promuove la missione imprenditoriale organizzata in collaborazione con le CCIAA di Udine e Pordenone in Egitto e Turchia dal 7 al 12 maggio 2016. La missione con incontri bilaterali preagendati è proposta alle imprese al fine di conoscere sul campo i mercati e per stabilire contatti con i rappresentanti chiave del settore nel mercato d’interesse.(...) Nel documento citato si legge anche che il mercato dell'Egitto "viene reputato come un mercato di 80 milioni di consumatori e con accordi commerciali con Paesi medio orientali e africani: questo è il biglietto da visita dell’Egitto,
Paese che sta affrontando un nuovo rinnovamento. Per l’Italia l’Egitto è il 33° mercato di destinazione, con una quota di mercato dell'export del 4,6% (Francia 3%, Germania 7,8% e Spagna 2,1%). L’ambizioso piano di investimenti illustrato nella conferenza di Sharm el Sheikh (marzo 2015) prevede investimenti per circa USD 80-90 miliardi sui settori prioritari: l'energia, l'edilizia (costruzioni) e i grandi progetti e opere infrastrutturali. L’Agenzai ICE - ufficio Il Cairo - sottolinea che sono analogamente importanti i settori dell'agroalimentare e delle sue tecnologie, l'arredamento e design per il quale in corso di progettazione la creazione, ad esempio di "Furniture City in Damietta - Egitto". Il settore della meccanica è molto importante, in quanto il 40% circa delle esportazioni italiane verso l'Egitto è costituito da beni strumentali e tecnologici (es. macchine lavorazione plastica, legno, marmo e granito, pelle e cuoio, metalli, automazioni ecc.)." Probabilmente questo documento, citato nel mio post con tanto di link, è stato realizzato prima del rapimento, prima della tortura, prima della morte violenta che si è accanita contro
#GiulioRegeni. Spero. Ma cosa si intende per rinnovamento? I dati pregressi noti sulla questione egiziana in materia di diritti umani dove li mettiamo? Tanto riportato, a parere dello scrivente, per una questione di rispetto e dignità, è il caso di annullarla tale missione, fino a quando verità e giustizia per Giulio non sarà fatta.
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