C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Nel discorso di fine anno Mattarella parla di intesa tra scuola ed impresa



Una meravigliosa stella di natale, dal rosso vivo, un presepe antichissimo, questa la cornice del primo discorso di Mattarella, di fine anno, da Presidente della Repubblica. Per alcuni aspetti sembrava di ascoltare il Papa, penso alla questione ambientale, alla speranza, all'integrazione,  salvo che per le richieste di espulsione per chi non può essere accolto ecc, per altri aspetti sembrava di ascoltare Renzi, ma era il discorso del Presidente della Repubblica. Non è mancata la critica nei confronti del nostro essere italiani, il particolarismo, la mancanza di senso civico, e manca di rispetto verso il bene comune, così come il discorso è stato di una semplicità unica, tanto che sembrava che si rivolgesse ad una classe di scuola primaria.  Non è mancato il riferimento alla scuola. Un riferimento che è arrivato come collegamento con la parte iniziale del suo discorso, la questione lavoro, auspicando una intesa tra impresa e scuola. Ma la scuola seppur deve avere un collegamento con il mondo del lavoro, non deve essere solo ciò, eppure nulla è stato detto in tal senso. 
La nuova scuola renziana corre nella direzione della scuola delle competenze, della professionalizzazione dei docenti, dell'aziendalizzazione della scuola, della scuola lavoro, a discapito della scuola della libera consapevolezza critica, della libera conoscenza, del sapere e non solo del saper fare. 
Insomma un discorso che riceverà,come sempre accade, una marea di lodi, e poche critiche, perché complessivamente acritico è il sistema nel quale viviamo.

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