La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

I processi immigratori ed i matrimoni in Italia



L'Italia non è più il Paese dei matrimoni, verrebbe da dire, leggendo i dati come pubblicati dall'Istat. Eppure il nostro Paese potrebbe essere una vetrina meravigliosa per i matrimoni, potrebbe ruotare intorno a ciò una vera e propria forma di economia che porterebbe tanti posti di lavoro e favorirebbe processi di integrazione e multiculturalismo. Basta pensare alle tante bellezze diffuse sul nostro territorio. Ma nel tempo in cui ritornano i muri che evidenziano la fragilità dell'utopia dell'Europa unita, aumentano i sensi di chiusura, di razzismo, di intolleranza, anche i matrimoni che riguardano i così detti cittadini stranieri, sono in calo. Certo nel 2014 sono stati celebrati in Italia 189.765 matrimoni, circa 4.300 in meno rispetto all'anno precedente ed a diminuire sono soprattutto le prime nozze tra sposi di cittadinanza italiana: 142.754 celebrazioni nel 2014. Parte di questo calo è dovuto alla diminuzione dei giovani adulti causata dalla prolungata diminuzione della fecondità in atto dalla metà degli anni '70. E' vero, per l'Istat diminuisce anche la propensione a sposarsi. Ma i matrimoni in cui almeno uno dei due sposi è di cittadinanza straniera sono circa 24mila (pari al 12,8% delle nozze celebrate nel 2014), in calo di 1.850 unità sul 2013. La diminuzione si deve sopratutto alle nozze tra stranieri. I matrimoni con un coniuge italiano e l’altro straniero ammontano a 17.506 nel 2014. La tipologia prevalente è quella in cui è la sposa ad essere straniera: 13.661 nozze (il 78% di tutti i matrimoni misti). Una sposa straniera su due è cittadina di un paese dell’Est Europa".

L'Istat rileva che la frequenza dei matrimoni con almeno uno sposo straniero è notoriamente più elevata nelle aree del Nord e del Centro, in cui è più stabile e radicato l’insediamento delle diverse comunità straniere. " Nel Nord-est quasi un matrimonio su cinque ha almeno uno sposo straniero, mentre al Sud e nelle Isole si registrano proporzioni pari rispettivamente al 6,3% e al 6,2% del totale delle nozze. I matrimoni misti (in cui uno sposo è italiano e l’altro straniero) ammontano a oltre 17.500 nel 2014 e rappresentano la parte più consistente dei matrimoni con almeno uno sposo straniero (72,2%). Nelle coppie miste, la tipologia più frequente è quella in cui lo sposo è italiano e la sposa è straniera; questo tipo di matrimoni riguarda il 7,2% (13.661 nozze celebrate nel 2014) delle celebrazioni a livello medio nazionale e quasi il 10% nel Nord-est e nel Centro. Le donne italiane che hanno scelto un partner straniero sono 3.845 nel 2014, il 2,0% del totale delle spose: quest’ultima tipologia di unioni mostra la flessione più marcata (erano oltre 6.300 nel 2008). Uomini e donne italiani mostrano una diversa propensione a contrarre matrimonio con un cittadino straniero non solo in termini di frequenza, ma anche per quanto riguarda altre caratteristiche degli sposi, come la cittadinanza. Gli uomini italiani che nel 2014 hanno sposato una cittadina straniera hanno nel 19,6% dei casi una moglie rumena, nel 10,7% un’ucraina e nel 6,6% una russa. Nel complesso una sposa straniera su due è cittadina di un paese dell’Est Europa. Le donne italiane che hanno sposato un cittadino straniero, invece, hanno scelto più spesso uomini provenienti dal Marocco (13,5%), dall’Albania (8,2%) e dalla Tunisia (6,3%). Complessivamente, in questa tipologia di coppia, quasi tre sposi stranieri su 10 sono cittadini di un paese africano. Un altro 22% è rappresentato, invece da cittadini dell’Europa occidentale o degli Stati Uniti. Le nozze celebrate in Italia tra cittadini entrambi stranieri sono 6.724 (il 3,5% dei matrimoni totali) e si riducono di molto quando si considerano solo quelli in cui almeno uno dei due è residente (4.728 nozze in totale). Il nostro Paese esercita, infatti, un’attrazione per numerosi cittadini provenienti soprattutto da paesi a sviluppo avanzato, che lo scelgono come luogo di celebrazione delle nozze. I matrimoni tra rumeni sono i più diffusi in valore assoluto (940 matrimoni nel 2014, pari al 19,9% del totale dei matrimoni tra sposi stranieri residenti), seguiti da quelli di nigeriani (395 nozze, l’8,4%) e di moldavi (273 matrimoni, il 5,8%). Tenendo conto dell’ammontare delle diverse comunità si rileva la più alta propensione a sposarsi in Italia per i cittadini nigeriani (5,5 matrimoni ogni mille residenti) seguiti dai moldavi (1,8 per mille) e dai rumeni (0,8 per mille). In altre comunità immigrate, altrettanto numerose, ci si sposa in Italia meno frequentemente, come ad esempio tra i cittadini marocchini o gli albanesi (0,5 matrimoni per mille residenti)". Conclude l'Istat affermando che "le ragioni di questi diversi comportamenti vanno ricercate, verosimilmente, nei progetti migratori e nelle caratteristiche culturali proprie delle diverse comunità. In molti casi i cittadini immigrati si sposano nel paese di origine e i coniugi affrontano insieme l’esperienza migratoria, oppure si ricongiungono nel nostro Paese quando uno dei due si è stabilizzato".

Insomma, anche questo calo di matrimoni tra stranieri, o tra stranieri ed italiani, per usare categorie diffuse a livello statistico, sono un segno non tanto conseguente alla crisi economica, ma ad una crisi sociale, perdita di valori, di fiducia verso l'avvenire e soprattutto di chiusura ed i nuovi muri, di filo spinato, di odio, di intolleranza, di razzismo, che ritornano, non potranno che peggiorare il tutto in un mondo ove siamo più di 7 miliardi di persone, cosa che più di qualcuno spesso dimentica. 

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