Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Una proposta di legge che vuole le ZES per Gorizia e Trieste, ma come la pensano i vicini sloveni?

PRODANI, ARTINI, BECHIS, BALDASSARRE, BARBANTI, MUCCI, RIZZETTO, SEGONI, TURCO tutti del gruppo parlamentare misto Alternativa Libera hanno presentato una proposta di legge quale la numero A.C. 3270 che prevede norme disposizioni concernenti l’istituzione di zone economiche speciali nei comuni di Trieste e Gorizia. Nel testo della proposta si legge che le ZES, zone speciali (zone franche di seconda generazione) consentono alcune misure come l'eliminazione dei dazi insieme ad altre imposte, come l’imposta sul valore aggiunto (IVA), e sono ridotti i requisiti burocratici (e i tempi) necessari per fare impresa. Si riporta l'esempio dell'Irlanda, che dai proponenti viene visto come esempio di eccellenza, “tanto che il 18 febbraio 2012 la delegazione cinese, presieduta dal vice Presidente Xi Jinping (divenuto il 15 novembre dello stesso anno nuovo leader della Repubblica Popolare Cinese), ha scelto soltanto l’Irlanda come unica tappa nell’area europea proprio per visitare la prima « zona franca industriale di esportazione » realizzata al mondo, ossia la Shannon free trade zone istituita nel 1959, la quale successivamente alla prima visita di un leader cinese, Jiang Zemin nel 1980, è servita da modello per il successo delle ZES nella Cina meridionale, che hanno contribuito ad alimentare la riforma economico-commerciale”. Si legge, nel testo della proposta che “Con la presente proposta di legge si intende avviare in via sperimentale una ZES nella regione Friuli Venezia Giulia che, per la sua posizione geografica e per l’importanza di alcuni siti industriali colpiti dalla crisi economica generale, ben si presta a tale sperimentazione. In particolare, va rilevato che lungo la fascia giuliana di confine con la Slovenia, ove sono situati, in particolare, i territori dei comuni di Trieste e Gorizia si sta vivendo una situazione economica e sociale negativa dovuta all’aumento della concorrenza, essenzialmente fiscale, a causa della minore imposizione a carico delle imprese stabilite nei Paesi confinanti, che induce sia alla delocalizzazione delle imprese stesse sia all’incapacità di esercitare una forza attrattiva sui capitali e sulle imprese stranieri nel territorio giuliano, a causa delle scelte di politica fiscale assunte a livello nazionale centrale Con la presente proposta di legge si individua come area sperimentale per una ZES nel Friuli Venezia Giulia il territorio comprendente e le città di Trieste e Gorizia, ritenendo l’area particolarmente adatta alla sperimentazione. In particolare Trieste che con il suo porto, divenuto porto franco di Trieste già durante l’Impero asburgico, rappresenta, grazie alle politiche fiscali e al particolare status giuridico e doganale, una realtà strategica per i traffici marittimi e commerciali anche in considerazione dei futuri sviluppi di collegamento con i bacini ad est dei Balcani. Proprio per tale particolarità riteniamo che l’istituzione di una ZES sia uno strumento estremamente valido ed efficace per rivalutare il territorio dandogli la giusta spinta per una rapida ripresa economica e sociale. L’idea alla base della presente proposta di legge è quella di poter stimolare una rapida crescita economica, attirando lavoratori e imprenditori provenienti da tutta l’area di riferimento garantendo prevalentemente i seguenti vantaggi economici per le imprese che intendono operare nella ZES: a) incentivi per la realizzazione degli investimenti iniziali; b) agevolazioni doganali: sospensione del pagamento dell’IVA e dei dazi e semplificazione delle procedure doganali; c) esenzione fiscale: esenzione o riduzione dell’IRAP e dell’IRES, dell’imposta municipale propria (IMU), della tassa sui rifiuti (TARI) e di altre imposte o tasse; d) esenzioni o deroghe in materia di regolamentazione sui contratti di lavoro e degli oneri sociali sulle retribuzioni; e) disponibilità di terreni a canoni di locazione ridotti e utenze a tariffe agevolate”. Mi domando come valutano una simile iniziativa, ad esempio, i vicini sloveni, perché una ZES limitata solo a Trieste e Gorizia comporterebbe una competizione che non serve alla economia di frontiera e di confine, ove invece è necessaria una mera operazione di solidarietà e collaborazione per la realizzazione di uno spazio autonomo transfrontaliero, quello che mi piace chiamare SAT.

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