C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

Immagine
    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Il Comune di Gorizia autorizza lapide per i partigiani al Piazzale delle Milizie, ma i costi sono a carico dell'ANPI

Con delibera del 23 luglio 2015 la giunta del Comune di Gorizia, è intervenuta sulla richiesta dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – Vsedrzana Zveza Partizanov Italjie (ANPI – VZPI) e dell’Associazione Volontari della Libertà (AVL) di Gorizia, finalizzata a collocare sul lato destro del cancello d’ingresso del Piazzale delle Milizie in Castello, di proprietà comunale, una lapide a memoria recante l’indicazione del luogo di esecuzione di partigiani e antifascisti, italiani e sloveni, durante gli anni di occupazione della città da parte dell’esercito nazista, ai quali l’Amministrazione comunale ha posto, nelle carceri di via Barzellini e sulle mura del Castello, targhe in ricordo nella ricorrenza del ventesimo della Resistenza in Italia, nell’aprile del 1964. L’indicazione per la quale si chiede la collocazione porrà termine all’effettiva invisibilità sulle mura del Castello, causata dalla permanente chiusura dell’accesso al piazzale delle Milizie e dalla posizione della stessa sul lato non visibile e comunque difficilmente raggiungibile alla parte della parete nord del Castello, dell’accesso ristretto tra la stessa parete e il Teatro Tenda.
Cosa  che è stata denunciata per diverso tempo dall'ANPI, inclusa la dicitura assolutamente generica e per nulla esplicativa della lapide ivi considerata.
La Giunta ha autorizzato la collocazione sul lato destro del cancello d’ingresso del piazzale delle Milizie in Castello, con le seguenti prescrizioni come anche dettate dalla Sovrintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia: che l’apparato murario non venga manomesso e che i tasselli siano inseriti nelle fughe esistenti; - il cantiere dovrà essere predisposto al libero accesso ai funzionari della Sovrintendenza per l’esercizio dell’alta sorveglianza dei lavori; - ogni circostanza che modifichi i presupposti – congetturali o di fatto – sui quali l’autorizzazione si fonda dovrà essere immediatamente notificata alla Sovrintendenza. 
Eventuali varianti di progetto, anche di modesta entità dovranno essere preventivamente approvate ai sensi delle medesime disposizioni nonché ogni necessario adempimento in ordine amministrativo, tecnico e finanziario, sollevando il Comune da ogni onere e responsabilità. Tutte le spese per la realizzazione dell’opera nonché per la sua manutenzione stanno totalmente a carico della Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – Vsedrzana Zveza Partizanov Italjie (ANPI – VZPI) e della Associazione Volontari della Libertà. Dispiace constatare che il Comune di Gorizia non abbia voluto sostenere o condividere parte della spesa, anche per una questione morale, etica e di principio. Forse se la lapide da collocare avesse riguardato non partigiani ed antifascisti italiani e sloveni, ma nazionalisti italiani, combattenti per l'italianità di Gorizia, le cose sarebbero state diverse. Chissà.
Intanto, il 12 settembre 2015, a Gorizia, ci sarà la cerimonia di scoprimento della targa e l'ANPI ricorda: Dal dicembre 1943 alla metà di aprile del 1945 i nazisti ed i fascisti fucilarono oltre 50 partigiani e antifascisti italiani e sloveni, catturati durante le azioni belliche, nei rastrellamenti o per delazione. Portati al carcere goriziano di via Barzellini e spesso torturati,venivano sommariamente processati al Comando tedesco presso la Prefettura. Poi, caricati su un camion coperto, perché la popolazione non li potesse vedere, erano portati in un cortile del Castello e fucilati. E' un episodio su cui da anni è scesa una coltre di silenzio: ancora oggi non si conosce il numero esatto degli uccisi, né si sa dove essi vennero seppelliti.


Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot