Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

Né confini, né fascismi, né guerre, riscendiamo in piazza a Gorizia per la questione migranti

 confini, né fascismi, né guerre, questo è stato il motto della manifestazione antifascista, antimilitarista del 23 maggio 2015 indetta dall'Osservatorio antifascista regionale del FVG. Fuggono da guerre, da fascismi, e si trovano imprigionati nei confini di una Italia che li accoglie in strutture indegne, che li abbandona semplicemente a se stessi. Non possono andare via, non possono lavorare, non possono fare nulla. Però ricevono insulti, offese, denigrazioni ed anche denunce per aver dormito in un parco, aver violato l'ordinanza da sceriffo autoritario del Sindaco di Gorizia, che probabilmente neanche conoscevano. E' innegabile che vi sono persone e strutture e realtà che si adoperano per l'integrazione e la solidarietà e l'accoglienza, realtà che vengono accusate da una certa indegna politica di un paese democratico e civile di essere le responsabili della situazione in essere a Gorizia, accusate di aver fornito troppa accoglienza.  E nel mentre di tutto ciò continuano gli appuntamenti dei sabati casapoundisti a Gorizia. Il 23 maggio in città vi è stato il risveglio di un movimento importante, transfrontaliero, e questo movimento ha lasciato un segno importante ma che deve essere coltivato giorno dopo giorno. A Gorizia si deve riscendere in piazza, contro la repressione in atto nei confronti di chi fugge da persecuzioni politiche, contro chi fugge da guerre, da fascismi ed è imprigionato nei nostri confini. Si deve scendere in piazza per una società cosmopolita, si deve scendere in piazza come atto di solidarietà contro le intolleranze e le xenofobie che trovano forma in diverse espressioni, dal burocratese, al politico.

Marco Barone

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