La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Raid vandalico a Ronchi,colpita piazza della Concordia (foto)

Decine e decine di faretti distrutti, ma non solo. 
Colpiti anche i contenitori dell'estintore e della pompa anti-incendio. Il tutto accaduto in una notte di vandalismo, inciviltà delinquenziale. Piazza della concordia, è diventata piazza della discordia, con il buon senso, con il rispetto del bene comune e pubblico.
Piazza che ospita ed ha ospitato diverse iniziative nel corso del tempo, una su tutte il partecipatissimo concerto del maggio 2014 del Coro partigiano Pinko Tomažič , collocata alle spalle della locale biblioteca, ove, purtroppo, su un palo della luce, collocato vicino alla porta secondaria della stessa, è visibile una maledetta svastica lì incisa chissà quando e che sarebbe il caso di rimuovere almeno prima di questo 25 aprile. 
Chi ha colpito quella piazza, mi viene da pensare che sia gente che ben conosce Ronchi, perché è una piazzetta secondaria, nascosta, poco frequentata, anche se in centro, sicuramente poco conosciuta da chi non vive in Ronchi. 





Piazzetta costeggiata da un muretto, facilmente scavalcabile, che conduce nel giardino dell'immobile confinante con il bel palazzo che ospita il Comune di Ronchi. Operazione forse preventivata, premeditata, e non semplice figlia di una bevuta di troppo. Perché chi ha colpito in pieno centro città, lo ha fatto sfidando le telecamere, che a quanto pare, e questo è l'ennesimo esempio, non funzionano da deterrente, lo ha fatto sfidando le forze dell'ordine che controllano con frequenza il centro di Ronchi, lo ha fatto sfidando una notte che spesso vede Ronchi essere deserta, ma in una zona con diverse abitazioni e condomini collocati a pochi metri di distanza. Si tratta del  tipico atto di vandalismo che rappresenta il degrado di questa società, che ha comportato la distruzione di quasi tutti i faretti della piazza ma anche di quelli costeggianti il muro esterno alla stessa? O dietro questo vandalismo si cela altro? Che dire? Che l'operazione di ripristino sarà a carico della collettività, ed i costi, come emerso sul Piccolo, sono elevati, si parla di alcune migliaia di euro. Certo, è vero che Ronchi vive una situazione di degrado, contenuto, ma sussiste. Non è difficile vedere sacchetti neri con il bollino arancione abbandonati per le strade per diversi ed ancora diversi giorni, erba incolta, e piazza dell'Unità, che ospita il monumento alla resistenza in condizioni indecenti. Monumento che dovrebbe essere totalmente ripulito, visto che lentamente sta diventando praticamente nero,  panchine vecchie, che almeno potrebbero essere riverniciate, od uno dei faretti che dovrebbe illuminare il monumento, fulminato da diversi mesi, per non parlare di chi si diletta a gettare nella stessa carte, o ad abbandonare oggetti, come un casco che lì è rimasto per diversi giorni, per poi finire in cima ad un albero, od una bicicletta prima abbandonata in un cespuglio e poi depositata sotto il monumento. Ma questo non significa che il degrado sussistente, dovuto anche alle sofferenze delle casse comunali, possa e debba, in nessuna maniera, legittimare quello che è accaduto in una notte di triste primavera a Ronchi. 
Ronchi è bene comune, tuteliamola.

Marco Barone

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