C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Ed il giardino di Giarizzole a Trieste divenne il giardino Ondina Peteani

Che la toponomastica e l'odonomastica siano di fondamentale importanza non è un mistero, dietro ogni via, ogni denominazione, ogni nome che caratterizza un luogo, vi è storia, tanta storia. Nel bene o nel male la toponomastica farà sempre discutere, sarà sempre in movimento, ed è giusto, per alcuni aspetti che sia così, soprattutto quando questo movimento raccoglie la sintesi della resistenza, della libertà, di quei valori ideali fondanti i principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale. Ondina Peteani è stata certamente la sintesi ideale di tutto ciò, in giovanissima età ha abbracciato la resistenza, ha conosciuto gli orrori di Auschwitz, il campo di Ravensbrück, la fabbrica bellica di Eberswalde in Berlino. Ma non ha mai smesso di lottare per una società diversamente giusta, libera, per i diritti delle donne e per l'affermazione di quell'antifascismo che mai deve conoscere tramonto. Su Ondina è stato scritto il prezioso libro  E' bello vivere liberi a cura di di Anna Di Gianantonio, e Peteani Gianni, Marta Cuscunà continua a presentare la sua meravigliosa rappresentazione incentrata sulla vita di Ondina Peteani. 
Poi un giorno, decidendo di armonizzare il tutto scrivendo un paio di interventi in rete e non solo, si propone di intitolare una via a Trieste ad Ondina, la città di Ondina. E si arriva al 27 gennaio 2015. 

Una folla lucida nell'emozione dell'importanza del momento ed il giardino di Giarizzole  divenne il giardino Ondina Peteani. Una importante vittoria per la società antifascista e per la città di Trieste. Che quel luogo ora possa vivere nel tempo, magari con iniziative specifiche sull'antifascismo, magari accogliendo lo spettacolo di Marta o la lettura di libri e memorie sulla resistenza, sulla vita di Ondina e non solo, perché è bello vivere liberi, ma per comprendere pienamente il senso di questa bellezza, deve essere coltivata, amata, difesa e protetta da ogni tentativo di restaurazione che incombe in diverse vie ed angoli bui di questa nostra Europa.


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